In questo ultimo scorcio agostano non si placano le polemiche nella città mariana. Tanti i temi dibattuti e in cima alla lista c’è quello del tursimo con annesse potenzialità inespresse. Solo alcuni giorni fa, su Raiuno, andava in onda la trasmissione Petrolio che con un dossier giornalistico prospettava un’immagine, non proprio lusinghiera, del sito archeologico patrimonio Unesco. Ma se per la Pompei antica non sembra esserci pace, le cose non vanno meglio per la città moderna. La storia recentissima docet. Diversi episodi misti a varie complicazioni, sembrano aver messo in ginocchio l’intero comparto cittadino. E le colpe, di chi sono? Forse di uno, di nessuno o di centomila, per dirla alla maniera di Pirandello. Intanto a meno di un anno dalle amministrative 2014 per il rinnovo del governo cittadino, il dibattito in città s’infiamma. I candidati propongono idee, elaborano progetti, esprimono opinioni. E all’interno del panorama degli eterogenei punti di vista, s’insercisce il pensiero di Vincenzo Garofalo, giovane politico pompeiano, coordinatore dei tre movimenti politici “Pompei Cambia”, “Pompei Futura” e “Più Pompei”. Garofalo, in riferimento ai recentissimi accadimenti registratisi nella vita politico-amministrativa, in una nota ufficiale, dichiara quanto segue:
“Da decenni si parla del turismo a Pompei, delle potenzialità che questo settore potrebbe avere per il benessere della città e dei sui abitanti, senza che si sia saputo , però, progettare nulla che potesse servire a tale scopo.” “Le colpe vanno equamente distribuite fra tutti quelli che, bene o male, gravitano intorno a tale settore, ma soprattutto sono da imputare alla politica nazionale e a quella cittadina che, in tale comparto, non hanno fatto altro che nominare figuri, a cui sono stati anche consegnati centinaia di milioni di euro, ma che si sono dimostrati certamente non all’altezza del compito assegnatogli, cioè quello di progettare ed investire a beneficio della ripresa economica e del rilancio culturale.” “Il dossier giornalistico di Rai 1 – continua Garofalo – ci ha consegnato le immagini di una soprintendente archeologica ai beni culturali di Napoli e Pompei che, non solo non è riuscita affatto a convincerci sulle proprie doti manageriali, ma trasmettendoci, così sembrava, una materna ingenuità nel non aver, appieno, non ha ben valutato economicamente le potenzialità che i tesori di Pompei potessero avere in campo mondiale e l’importanza della loro conservazione (mosaico del “cave canem” docet!). Per dirla in breve, i nostri antenati ci hanno lasciato una città-gioiello e noi stiamo consegnando alla storia una città vuota e marcia, che non solo non cresce perché si ritrova costantemente in balia degli interessi dei potenti di turno, ma che non viene neppure conservata! Non ci ha sorpreso, dunque, che nostro primo cittadino invece, nello stesso speciale televisivo, si sia mostrato stranamente laconico e triste, non borioso come al solito, finanche imbarazzato e a corto di idee, giustamente incapace di riferire quali erano state le iniziative e le strategie dei progetti che la sua amministrazione aveva messo in atto per il rilancio del settore e cioè la tassa sui pullman e lo spostamento delle bancarelle: tale è stato, infatti, il travagliato parto amministrativo dei tanti anonimi, sconosciuti ed incompetenti assessori al turismo che si sono succeduti nelle sue amministrazioni. Ecco che allora – insiste Garofalo – il turismo, che è stato per anni la fonte principale di reddito della nostra città e che potrebbe e dovrebbe ancora costituire il volano della nostra economia, corre il rischio di diventare un miraggio per Pompei, mentre l’esposizione al pubblico dei nostri tesori da parte del British Museum di Londra crea stupore e meraviglia. Eppure non poteva essere altrimenti, se consideriamo l’organizzazione, la logistica, l’indotto e la capacità di fare turismo attraverso un’organizzazione manageriale e culturale che non ha lasciato nulla all’improvvisazione, dimostrandosi foriera di entusiasmo, passione, idee ed iniziative. Tutte qualità, per ora, introvabili sul nostro territorio nel quale i soggetti deputati agli stessi compiti si limitano alla ricerca di un biglietto omaggio per uno spettacolo di cabaret: gli stessi amministratori che avrebbero certamente pensato di accompagnare i turisti dal sito degli scavi ad un immaginario museo archeologico cittadino con il pulmino del centro commerciale la Cartiera. Questa l’eredità, questo il testimone che si passerà alla prossima amministrazione comunale, la quale dovrà sentire tutta la responsabilità di risollevare tale importante settore turistico e dimostrare la capacità di rianimare, attraverso investimenti destinati ad un unico progetto funzionale, la cultura, la ricettività turistica e quindi la nostra città. A tal proposito, per dimostrare che queste non sono solo parole – conclude Garofalo – chiederò al laboratorio politico Elaboriamo Pompei, di cui faccio parte, di discutere tale argomento alla prossima riunione, partendo dalla necessità di individuare professionisti ed imprenditori appartenenti al territorio, dotati di fresche e più vigorose energie, di capacità e di idee, incentivandoli con una nuova politica passionale, partecipativa ed aperta al contributo di tutti. Invito i miei concittadini a non distaccarsi dalla politica, perché sdegnati.
Noi Pompeiani abbiamo delle responsabilità: riprendiamoci il ruolo di protagonismo rispetto al Nostro territorio… Ci spetta di diritto!”
Marianna Di Paolo