Scavi di Pompei:al via il toto manager

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“Un professionista con grande esperienza all’interno del ministero”. Questi sono i segni particolari del futuro top manager di Pompei,  innovativi rispetto ai precedenti commissari succedutisi nel sito vesuviano. Ad  indicarli il ministro della cultura Massimo Bray ai microfoni di Radio Anch’io, fornendo indizi preziosi per scovare il prossimo direttore previsto dal decreto “Valore Cultura”. “Sarà qualcuno con grande professionalità interna – ha proseguito Bray –  perchè Pompei è veramente il tesoro su cui misureremo la nostra capacità di dare una svolta, di cambiare la politica culturale del paese”. Ufficialmente inaugurato, quindi, il toto manager di Pompei, figura che da settembre dovrebbe prendere in mano le reti del più celebre sito archeologico d’Italia. In pole position il nome di Stefano De Caro. Già soprintendente dell’archeologica di Pompei, il sessantatreenne archeologo, vesuviano doc, originario di Torre Annunziata, vanta un curriculum di tutto rispetto all’interno del MIBAC. Prima direttore generale delle antichità al Collegio Romano, ora ricopre il prestigioso incarico di direttore generale dell’ICCROM, mandato che scadrà solo nel 2017. Il ruolo di De Caro all’interno di tale istituto, sorto come costola dell’Unesco per la conservazione dei siti patrimonio dell’umanità, garantirebbe di sicuro una migliore sinergia con l’organismo ONU, di recente in forte attrito con la gestione dell’area archeologica. Altri nomi illustri sono quelli di Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del MIBAC, e Elisabetta Piccioni, al vertice della direzione generale delle antichità. Per ora, tuttavia, si tratta di una girandola di nomi del tutto incerti e possibili perchè, come ha sostenuto il ministro Bray,”il governo non ha ancora assunto nessuna decisione”. Altro tema caldo quello delle assunzioni su cui il vertice di via del Collegio Romano ha dato segnali incoraggianti:”Il ministero della cultura proporrà di assumere con la legge di stabilità almeno mille persone in ruoli legati alle attività culturali: dai bibliotecari agli archeologi”. Le richieste del MIBAC dovranno essere passate al vaglio del ministero dell’economia, ma Bray ha comunque ribadito la volontà di coprire tutti i ruoli necessari. “L’articolo nove della costituzione – ha concluso il ministro – ricorda chiaramente che spetta alla repubblica la difesa dei beni storico – artistici, del paesaggio, e la repubblica e lo stato non devono venire meno al loro impegno. Ci sono poi una serie di servizi aggiuntivi che possiamo dare ai privati, ma all’interno di regole chiare e obiettivi condivisi”.

Claudia Malafronte  

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