Nuova nomina e nuovo nome per il city manager degli scavi di Pompei. A sorpresa spunta la candidatura di Luigi Famiglietti, nome sconosciuto ai più ma ben addentro alla nomenclatura del MIBAC, come preannunciato dal ministro Massimo Bray. Attuale direttore generale dei beni culturali e paesaggistici del Molise, Famiglietti è stato tra gli artefici del codice dei beni culturali. Già vicecapo dell’ufficio legislativo di via del Collegio Romano tra il 2003 e 2004, il sessantunenne giurista vanta competenze manageriali e amministrative essenziali per il ruolo che dovrebbe svolgere a Pompei. Riguardo a tale punto la figura del direttore generale previsto dal decreto “Valore Cultura” è stata fortemente ridimensionata rispetto alle previsioni originarie. Se in un primo momento si faceva riferimento a un manager di progetto “stazione appaltante” e “responsabile unico” del Grande progetto da 105 milioni di euro cofinanziato dall’UE, nella stesura definitiva i toni si sono abbassati. Nella gazzetta ufficiale del 9 agosto si fa riferimento al direttore generale “ferme restando le funzioni, i compiti e le attribuzioni della Soprintendenza competente in ordine alla gestione ordinaria del sito e quale beneficiario finale degli interventi ordinari e straordinari attuati nell’ambito del sito medesimo”. Facile prevedere un accavallamento di funzioni con le competenze della SANP, data la non facile coabitazione, anche nel recente passato, tra city manager e soprintendenti. Mentre i nomi del dg di Pompei si susseguono, restano incerti i tempi di nomina. Il dl iniziale prevedeva che la scelta avvenisse “entro trenta giorni dalla data di conversione in legge”, poi diventati “sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto”. La decisione, quindi, rischia di slittare ulteriormente, un controsenso rispetto all’urgenza di attuazione del Grande Progetto Pompei cui il manager sarebbe deputato. La prudenza, tuttavia, sarebbe dettata dalla necessità di avere un testo di legge convertito e definitivo, dato anche l’incerto scenario politico. Altra incognita l’evoluzione della separazione delle soprintendenze di Napoli e Pompei.La soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro potrebbe scegliere di mantenere l’incarico partenopeo, lasciando vuota la poltrona più ambita nell’area vesuviana. A breve, dunque, un nuovo ginepraio di nomi sul futuro demiurgo delle sorti della città sepolta o del capoluogo campano.
Claudia Malafronte