Domenico Aschettino, l’ex vigilantes quarantenne che ha ucciso a Lauro, in provincia Avellino, il vicino di casa Vincenzo Sepe e ferito la moglie, la suocera e due figli della vittima, voleva solo difendersi e non colpire i familiari. “Volevo chiudere definitivamente i conti con Vincenzo Sepe, stanco delle sue continue provocazioni ma poi ho perso la testa e ho cominciato a sparare all’impazzata”. E’ questa la ricostruzione che, nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Avellino, Gianfranco Fiore, Domenico Aschettino ha fatto della sparatoria di domenica sera nella frazione di Pignano di Lauro.
Aschettino ha ucciso a colpi di pistola il vicino di casa, Vincenzo Sepe, 40 anni, e ha tentato di sterminare la sua famiglia, ferendo quattro persone. Fra queste la figlia della vittima, Carolina Sepe, di 25 anni, incinta alla decima settimana, raggiunta da un proiettile alla testa.
Per tentare di spiegare la tragedia consumatasi in questo tranquillo angolo dell’Irpinia, Aschettino ha detto al gip di aver reagito a una provocazione di Vincenzo Sepe. L’uomo ha ricostruito quanto accaduto sabato scorso, dal tamponamento con l’auto del genero di Sepe, Giampiero Siniscalchi e il diverbio tra i due. Siniscalchi, secondo il racconto di Aschettino, ha sfondato con un cric il parabrezza della sua auto. Aschettino ha risposto rompendogli con una pietra il lunotto posteriore. Domenica mattina le minacce di Sepe e del genero per chiedere il risarcimento dei danni, alle quali Aschettino ha risposto, una volta tornato a casa, impugnando la pistola e uccidendo nel cortile Vincenzo Sepe. Aschettino ha poi riferito di aver sparato all’impazzata contro il resto della famiglia credendosi in pericolo.
Al termine dell’interrogatorio, il gip ha convalidato il fermo attuato dai Carabinieri, al comando del colonnello Giovanni Adinolfi, subito dopo la tragedia. Inoltre ha accolto la richiesta del pm Antonella Salvatore di ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio e tentato omicidio premeditato aggravato dai futili motivi e lesioni aggravate. Si è invece riservata di decidere sulla richiesta del difensore di Aschettino, avv. Annibale Schettino, di sottoporre l’uomo a perizia psichiatrica. A distanza di due giorni dal delitto, l’ex vigilantes rimasto senza lavoro è apparso molto agitato e durante l’interrogatorio più volte si è alzato dalla sedia per ricostruire i suoi spostamenti all’interno del cortile dove è avvenuta la tragedia. In più di due ore e mezza ha ricostruito i momenti del delitto e ha più volte ricordato che fra lui e Vincenzo Sepe covavano vecchie ruggini e rancori che avevano finito per coinvolgere anche le rispettive famiglie, vicine di casa da alcuni anni.
Intanto appare destinato ad aggravarsi il bilancio della tragedia che ha colpito tutta la comunità di Lauro, la figlia di Sepe, Carolina è praticamente in condizioni di morte cerebrale, anche se non è stata ancora ufficialmente confermato l’avvio formale di tale dichiarazione. Nella serata di ieri la donna è stata sottoposta a un delicatissimo intervento di craniotomia decompressiva e hanno asportato alcuni frammenti di proiettile, ma è un filo sottilissimo quello che continua a legare all’esistenza lei, e attraverso lei, la piccola vita che ha in grembo. I medici dell’ospedale Cardarelli stanno facendo ogni sforzo per salvare il feto.