Nemo propheta in patria. Quindi, dopo Cinesi e Francesi, adesso arrivano i Tedeschi a “salvare” gli scavi di Pompei. Si tratterebbe di un programma decennale di restauro e ricerca per il rilancio della città sepolta. Sarebbero già pronti ben 10 milioni di euro per un progetto che vede l’ICCROM (ente UNESCO per la conservazione dei siti patrimonio dell’umanità) come partner delle prestigiose università di Monaco e Stoccarda. Il “Pompei Sustainable Preservation Project” (Progetto Pompei per la conservazione sostenibile) dovrebbe iniziare nell’estate del 2014 e coinvolgere in una prima fase un team di cinquanta esperti. In campo scenderanno studiosi provenienti da centri d’eccellenza delle università teutoniche: dal Fraunhofer, il più grande polo di ricerca tecnica europeo da 22mila addetti, con l’Istituto per la fisica delle costruzioni, l’Ibp, con sede a Stoccarda; alla Tum Technische Universität di Monaco, l’università numero uno in Germania per la classifica realizzata ogni anno a Shanghai. A essere coinvolto nel programma sul versante italico sarà il Cnr che partecipa con l’Ibam (l’istituto per i beni archeologici e monumentali di Catania). La partnership europea è garantita, invece, con la School of geography and environment dell’università di Oxford, oltre che dalla collaborazione col dipartimento di storia antica dell’historicum della LudwigMaximiliansUniversität di Monaco e col Deutsches archäologisches institut (Dai) di Roma e con l’università di Pisa. Tali istituti lavoreranno al fianco della soprintendenza per i beni archeologici di Pompei e dell’istituto superiore per la conservazione e il restauro, per far trasformare Pompei un centro di ricerca sulla conservazione dell’architettura romana.Dal 2015, inoltre, dovrebbe partire la summer school per formare sul campo 510 persone ogni anno. Per il “Pompei Sustainable Preservation Project” i partners interessati prevedono anche il coinvolgimento di sponsors o mecenati per assicurarne la prosecuzione nel corso del tempo. Per ora si tratta di un progetto vasto e dal respiro europeo che coniuga conservazione e formazione. Saprà l’efficienza teutonica abbattere i muri che impediscono a Pompei e agli Italiani di salvarsi? O si tratta dell’ennesimo annuncio, come nel caso di Francesi e Cinesi? All’estate del 2014 l’ardua sentenza.
Claudia Malafronte