E’ proprio vero, quando una coalizione politica non vince le elezioni e si appresta a recitare il ruolo dell’opposizione e può capitare che tale compito, per nulla da sottovalutare nell’ambito di un sistema democratico, venga svolto in maniera quasi inoperosa, come fosse il peso da portare per la mancata vittoria.
È questo quello che sta avvenendo a Scafati. Difatti se la maggioranza consiliare e la giunta Aliberti sembrano impegnarsi ed adoperare per spartirsi incarichi dirigenziali e poltrone nelle varie partecipate, l’opposizione sembra identificarsi come “un passivo muro di gomma”. A quasi tre mesi dall’insediamento del nuovo consiglio comunale, non una proposta, una petizione, una richiesta degna di nota che fatta dalla minoranza. Da segnalare, tuttavia, la proposta di Fratelli d’Italia sulla creazione di nuove aree di parcheggio e l’impegno del Cotucit guidato del consigliere Raviotta in primis sulla questione “Gori”.
A questo punto gli indiziati numero uno sono i consiglieri d’opposizione di centrosinistra in particolare l’ex sindaco Nicola Pesce e l’ex assessore Vittorio D’Alessandro. Dove sono finite le parole e i sermoni di Pesce sulla depurazione del Sarno, sulla riapertura dell’ospedale, sulla reindustrializzazione e il riassetto occupazionale scafatese. Dov’è è finita la carica e l’energia della campagna elettorale?
Insomma il ruolo dell’opposizione, che dovrebbe essere di vigilanza, controllo e garanzia, a Scafati sembra recitare un ruolo di neutralità e passività. A quando una svolta dell’opposizione?
Aniello Danilo Memoli