Non c’è pace da ormai due anni nel tennis campano, il commissariamento della dirigenza per un presunto ammanco amministrativo (in cui è in corso un’inchiesta della procura della repubblica e in cui il direttivo campano del comitato è fiducioso nell’operato dei magistrati per appurare la verità) ha di fatto bloccato le attività tennistiche in Campania. Da oltre due anni la Federazione Italiana Tennis non procede all’indizione delle elezioni per rinnovare i vertici della categoria, anzi il suo unico scopo sembra quello di far perpetrare lo stallo del commissariamento. Giova ricordare che sul commissariamento e la squalifica inflitta dalla corte federale si è già pronunciato il TNAS (la Cassazione della giustizia sportiva) cancellando di fatto la squalifica inferta al Presidente del Comitato regionale campano, Michele Raccuglia. La FIT, sembra non voler sottostare al giudizio del massimo organo giudicante in tema di giustizia sportiva ed ha avviato un nuovo procedimento contro gli ex dirigenti campani; procedimento aperto a due anni dal commissariamento, in pieno agosto, senza il tempo tecnico (considerando la pausa estiva) di poter preparare una difesa adeguata.
L’ex presidente Raccuglia, il vice Cappa e gli altri componenti del Comitato, non riescono a capacitarsi di come la FIT operi nei confronti del tennis in Campania, la FIT sembra più preoccupata di far perpetrare lo stallo del commissariamento invece di occuparsi delle attività agonistiche. Il tennis in Campania ha bisogno di altro e se non è questo l’intento della Federazione a livello nazionale, gli ex componenti in segno di protesta verso la federazione si rivolgono al Coni, auspicando che lo stesso intervenga per il rispetto e l’applicazione delle norme statutarie e regolamentari e faccia così luce su una vicenda poco chiara e che disillude, mortifica, annienta il tennis nella regione.