Dopo l’annuncio dei concerti d’apertura e chiusura con Ludovico Einaudi (15 settembre all’Anfiteatro Romano di Avella) e Enrico Rava & PMJL (22 settembre alle Basiliche Paleocristiane di Cimitile), la XVIII edizione del Pomigliano Jazz accoglie due leggende del jazz: Archie Shepp e Benny Golson. I due maestri del sax tenore si esibiranno al Parco delle Acque di Pomigliano D’Arco rispettivamente il 20 e 21 settembre.
Esponente di spicco dell’avanguardia newyorkese, Archie Shepp – il poeta della nazione nera – ritorna al festival diretto da Onofrio Piccolo , dopo lo strepitoso concerto del 2010. Scoperto da Cecil Taylor e affermatosi insieme a John Coltrane, fin dagli anni ’60 è stato il portavoce della rivendicazione e della denuncia degli afroamericani. Nella sua unica data italiana, il sassofonista classe 1937 è accompagnato dal collaudato quartetto che vede Tom Mc Clung al pianoforte, Darryl Hall al contrabbasso e Steve Mc Craven alla batteria. A impreziosire il suo live, la presenza dell’Orchestra Napoletana di Jazz diretta da Mario Raja che dialogherà col jazzista della Pennsylvania dando vita a un progetto inedito. Tra brani di Shepp, standard jazz, classici della tradizione partenopea – come “Torna a Surriento” – va in scena una performance che unisce la musica nera americana con quella napoletana, nel solco della massima libertà espressiva. Autore di capolavori assoluti come “Fire Music”, “Attica Blues” e “The Cry of My People”, Archie Shepp ha scritto anche opere per il teatro – “The Communist”, “June Bug graduates tonight”, “Lady Day: A Musical Tragedy” – e insegnato all’università del Massachussets.
Classe 1929, definito “l’architetto del suono”, Benny Golson è autore di capolavori considerati a tutti gli effetti standard: “I Remember Clifford” (in memoria dell’amico Clifford Brown), “Stable Mates” , la mitica “Killer Joe” (interpretato anche dai Manhattan Transfer) e “Along Came Betty”. Nel corso della sua straordinaria carriera ha suonato nelle band di Dizzy Gillespie, Benny Goodman, Lionel Hampton, Earl Bostic e soprattutto Art Blakey. Per anni, infatti, è stato il sassofonista dei Jazz Messengers, scrivendo alcune delle composizioni più celebri del gruppo come “Blues March” e Whisper Not”. Insieme al trombettista Art Farmer ha formato il Jazztet, uno dei combo più eleganti e sofisticati del periodo hard bop. Compositore, arrangiatore, autore di testi, produttore, attore (ha recitato nel film di Steven Spielberg, “The Terminal”), Golson ha scritto anche musiche per orchestra, per il cinema e la televisione. Sul palco del Pomigliano Jazz sabato 21 settembre, nella sua unica data al sud Italia, sarà accompagnato da un trio inedito: Antonio Faraò al pianoforte, Aldo Vigorito al contrabbasso e Claudio Romano alla batteria.
Due miti assoluti al Pomigliano Jazz che anche quest’anno si tiene in versione itinerante puntando, oltre che sulla musica, sulla valorizzazione di luoghi d’interesse storico e culturale del vesuviano e alto nolano. Proponendo itinerari turistici ed enogastronomici che coinvolgono i comuni di Pomigliano d’Arco, Ottaviano, Somma Vesuviana, Sant’Anastasia, Pollena Trocchia, Cimitile, Roccarainola e Avella. L’edizione 2013, inoltre, segna l’avvio di Green Jazz, progetto finalizzato alla riduzione dell’impatto ambientale del festival, limitando la produzione dei rifiuti, agevolando la raccolta differenziata sui luoghi dei concerti, utilizzando materiale riciclato per gli allestimenti e promuovendo il risparmio energetico e l’utilizzo delle energie alternative.