Tutto è pronto a Ercolano per il varo in data 9 settembre del servizio di sosta a pagamento. Dopo l’incredibile flop della precedente gestione e il conseguente licenziamento di ausiliari del traffico ( assunti tra giovani disoccupati del posto per volontà dell’epoca sindaco Luisa Bossa tramite sorteggio) questa volta il controllo del ticket passerebbe alla polizia locale. Ed è subito polemica : ci si chiede infatti come i caschi bianchi sotto organico e con un’anzianità media di servizio trentennale possano svolgere una mansione “secondaria” distraendosi dalle priorità di un servizio di pubblica sicurezza che li pone quali primi tutori dell’ordine all’interno del territorio comunale. Qualcuno mormora che il miraggio di “turni straordinari” avrebbe spinto i vigili, diretti dal comandante Francesco Zenti, ad accettare l’incarico ma tali mormorii restano alla vigilia dell’entrata in vigore della sosta a pagamento solo voci di corridoio. Analizzando la modalità con la quale inizialmente sono stati posizionati i parcometri in paese ( alcuni addirittura orientati in senso contrario ) ci si augura che la gestione del servizio non sia ancora una volta “made in Ercolano” ovvero approssimativa e di scarsa durata. Parlano i fatti: appare ancora impresa ardua capire che fine abbiano fatto i “vigilini” che svolgevano il ruolo di ausiliari del traffico equale seguito abbiano avuto le vicende di falso in atto pubblico conseguenti alla manomissione di contravvenzioni elevate dagli stessi ausiliari . La Procura aveva avviato un’inchiesta dopo le denunce presentate da automobilisti residenti in località del nord Italia che si erano visti recapitare multe a casa per mancata esposizione del tagliando pur non essendo mai stati in visita a Ercolano. Facile intuire che per favorire qualcuno erano stati alterati i numeri di targa colpendo ignari cittadini rei solo di essere casualmente intestatari dei relativi veicoli. Ci si augura che questa volta la presenza dei vigili urbani impedisca alla città di coprirsi , come spesso successo in passato, di vergogna e ridicolo agli occhi del palinsesto turistico mondiale.
Alfonso Maria Liguori