Salerno: non c’è posto in quattro ospedali, muore malato di Hiv

salerno ospedale ruggi d'aragonaIl 42enne era arrivato lunedì al pronto soccorso dell’ospedale di Salerno in stato di disidratazione.

Il Presidente dell’Associazione Nazionale No Aisd Onlus Giuseppe Barone scrive al Ministro della Salute. Ecco il testo della lettera:

Esimio On. le Ministro Lorenzin,

il sottoscritto Giuseppe Barone, Presidente dell’Associazione Nazionale No AIDS, apprende dagli organi di informazione di oggi 5 settembre ’13, la triste notizia di un giovane, affetto da virus dell’hiv è morto nella giornata di mercoledì. Per lui non c’erano posti nel reparto specifico dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, ma nemmeno in altri tre nosocomi della Campania.

Tutti i passaggi – P. G., che già in passato era stato in cura presso l’ospedale di Salerno, si è rivolto nel pomeriggio di lunedì al pronto soccorso dell’ospedale presentando uno stato febbrile acuto e sintomi di disidratazione. L’azienda del Ruggi, per il trattamento dei pazienti affetti da Hiv dispone di 6 posti letto, “in quel momento indisponibili”.

Dall’ospedale Cotugno di Napoli, centro di riferimento regionale, dal policlinico universitario della Federico II di Napoli e dall’ospedale Moscati di Avellino sono purtroppo giunte risposte negative”. Le condizioni del paziente si sono ulteriormente aggravate, fino alla morte per arresto cardiocircolatorio. Il medico di turno ha quindi informato i carabinieri dell’avvenuto decesso.

E’ davvero aberrante apprendere queste notizie che si possono collegare ai numerosi casi di malasanità ormai all’ordine del giorno. Il più delle volte i malati di Hiv vengono trattati come degli “appestati” per la scarsa conoscenza della malattia e delle sue forme e mezzi di contagio. Per lo più si pensa che un semplice contatto possa far si che la malattia venga trasmessa.
NIENTE DI PIU’ ERRATO
Il virus HIV non si trasmette invece:

• nei normali, comuni, contatti quotidiani (al di fuori della sfera sessuale) in casa, in famiglia, a scuola, in ufficio.
• Non si trasmette con la stretta di mano né il contatto epidermico (a meno che non ci sia una ferita o lesione sanguinante).
• Non si trasmette con i colpi di tosse o gli starnuti.
• Non si trasmette con i cibi, alimenti, bevande, né altre sostanze assunte per via orale.
• Non si trasmette attraverso la puntura d’insetti.
• Nessun convivente di una persona sieropositiva è mai stato infettato.

Sarebbe bene adoperarsi con continue campagne d’informazione, d’istruzione, di sensibilizzazione per evitare l’emarginazione dei malati; ma soprattutto si dovrebbe potenziare i nosocomi con ulteriori posti letto e personale qualificato per gestire situazioni come nel caso del povero P.G.

Nel “Decreto del Fare”, da poco diventato legge dello Stato, si è pensato a snellire la parte burocratica introducendo il fascicolo sanitario elettronico e la costituzione di un’anagrafe nazionale degli assistiti… ma quanto e soprattutto quando saranno introdotte misure per diminuire questi casi di malasanità? Quando si provvederà ad aiutare le associazioni come quella da me rappresentata per dare ausilio ai malati affetti da Hiv?

Per questi motivi, Le chiedo, di intervenire personalmente e/o tramite tutti i canali a Sua disposizione per far luce su questo specifico caso affinché tutto ciò non accada nuovamente.

L’occasione è gradita per porgerLe
cordiali saluti

Il PRESIDENTE
Giuseppe Barone

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