Tracollo di immagine per la comunità ercolanese: questo il triste dato che sembra emergere dall’analisi del dopo estate effettuata dal settore ricettivo-turistico di una delle perle più rappresentative del palinsesto turistico campano, o almeno tale “sulla carta”.
Troppe le inefficienze e le disfunzioni amministrative per proiettare Ercolano nel circuito internazionale che competerebbe di diritto ad un paese che vanta duemila anni di storia. Purtroppo a fare la differenza in negativo decenni di mala amministrazione comunale caratterizzati da politiche clientelari, approssimazione gestionale e lassismo estremo all’interno del palazzo di città.
L’attuale assise locale guidata dal sindaco Vincenzo Strazzullo si sarebbe rivelata ad oggi all’altezza “negativa” delle precedenti: ormai si usano pseudonimi per identificare consiglieri comunali indigeni e non i corrispettivi dati anagrafici. Con singolare destrezza la classe politica ercolanese scompare in occasione delle ferie estive e in prossimità del periodo natalizio per poi ricomparire guadagnando tempo sino al successivo turno di “riposo”.
In questo stallo assoluto le associazioni di volontariato “tengono duro” ma il sia pur mirabile impegno di chi ancora spontaneamente crede in Ercolano non basta a limitare i danni di un‘approssimazione gestionale senza precedenti. Per anni dalle pagine del giornale abbiamo denunciato atti di violenza perpetrati sul territorio (furti, scippi, rapine) soprattutto nelle aree periferiche della cittadina vesuviana eppure solo oggi la classe politica sembrerebbe prendere atto di un’emergenza che penalizza notevolmente la qualità di vita dei residenti.
Cosa attenda chi governa la città prima di agire è incomprensibile: inequivocabile è invece costatare lo stato di agonia socio-economico in cui versa Ercolano, oppressa e umiliata dai propri stessi “illustri figli”.
Alfonso Maria Liguori