Viaggio nella musica serba #1

balkanmusic

 

Parte 1 – La tradizione

Situata all’interno della splendida e tormentata penisola balcanica, la Serbia è stata da sempre una terra di passaggio e di conquiste e le numerose popolazioni che l’hanno attraversata (slave e dell’Europa continentale, ma anche arabe) hanno avuto enormi influenze sulla produzione artistica del Paese.

Pensando alla Serbia, è probabile che il primo stile musicale che ci venga in mente sia la musica tradizionale balcanica.  Negli ultimi anni questo genere ha ricevuto attenzioni e curiosità sempre crescenti, sia tra quegli strati della popolazione serba di norma più lontani da quel tipo di musica, sia dalle persone, soprattutto giovani, di tutto l’occidente, divenendo conosciuto a livello globale. La musica tradizionale balcanica ha origini antichissime ed è suonata attraverso l’utilizzo di strumenti tradizionali locali, come la fisarmonica, la gusla (chitarrina con una sola corda), la frula e la mandurica (una specie di flauto il primo, una sorta di mandolino il secondo), insieme poi  a tamburi e percussioni dei più svariati tipi.

Dalle melodie accattivanti, a tratti allegre a tratti malinconici, questo genere dai ritmi incalzanti è spesso accompagnato da danze tradizionali  tramandate da secoli. Gli Zigani, considerati i maestri di questo genere, sono un gruppo sociale principalmente nomade e discendente dalle popolazioni arabo-musulmane che si stanziarono in Serbia nei primi secoli dopo Cristo; ed infatti, l’influenza delle melodie e dei motivi arabi è innegabile in tutta la musica tradizionale serba e balcanica in generale.

Questo stile deve molto anche all’influenza indiretta del cristianesimo: la conversione al cattolicesimo delle popolazioni slave fece sì che vennero importate le melodie greche, utilizzate per le liturgie cristiane, e che vennero, col tempo, a sintetizzarsi con le melodie e le lingue slave. Questo tipo di musica divenne ben presto suonata, ascoltata e ballata anche dai profani. Frequenti erano le feste cortigiane dove i menestrelli suonavano per il principe, ma spesso anche per il popolo che partecipava alle danze. Originariamente legata agli ambienti aristocratici, la musica tradizionale divenne ben presto di dominio delle classi popolane e praticata quasi esclusivamente da quest’ultime e da gruppi nomadi, come appunto gli Zigani, soprattutto dopo che il Principato serbo cedette all’impero Ottomano, alla fine del 1300.

Questa dominazione, che durò fino al settecento, segnò profondamente la cultura serba. Nella musica tradizionale ciò si riflesse nei testi: i temi nazionalistici divennero predominanti su quelli d’amore, si cantavano le gesta degli eroi serbi che avevano difeso la terra dai popoli stranieri, in primis dai turchi. Questo nazionalismo alla base del genere sarà ripreso e aggiornato in tempi moderni da stili musicali come quello del turbo-folk. La musica tradizionale balcanica sta vivendo oggi un momento di successo senza precedenti: le melodie suonate dagli Zigani sono divenute un importante attrazione delle città turistiche della Serbia e Festival di musica balcanica sono sorti un po’ in tutta Europa.

Le ragioni di questo successo possono ritrovarsi, probabilmente, nell’immigrazione massiccia nell’Europa occidentale delle popolazioni slave, causata dalle guerre balcaniche degli anni novanta, e all’apertura culturale all’occidente della Serbia e degli altri popoli balcanici dalla fine del conflitto ad oggi; parallelamente, un certo recupero della musica tradizionale è anche operato da chi, percependo la globalizzazione come una minaccia a causa della omogeneizzazione culturale che porta con sé, intende valorizzare ciò che è locale, tradizionale appunto, per difenderlo e preservarlo da una possibile dissoluzione.

Daniele Esposito

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