Pompei:D’Alessio cade?

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D’Alessio appeso a un filo, anzi a una firma.  Il documento di sfiducia nei confronti del sindaco di Pompei, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe già pronto. A mancare è solo un uomo, l’undicesimo consigliere che farà la differenza tra la salvezza e la caduta del primo cittadino. Già due “dissidenti” dell’area dalessiana sarebbero disposti ad appoggiare la mozione degli otto consiglieri di minoranza contro il sindaco. Ferventi incontri e trattative si starebbero tenendo in queste ore per ricucire la maggioranza, da un lato, e per sottrarle il tassello decisivo dall’altro. Piccata la replica del primo cittadino in un’ intervista: “Alcuni amministratori, per partecipare alle tornate elettorali, si lasciano andare a fantasie non consone alla veste che indossano. Se decidono di mandarmi a casa me lo facciano sapere. Un po’ di riposo è gradito dopo nove anni e più”. 

Eppure ad augurare a D’Alessio un riposo anticipato sono in molti dentro e fuori Palazzo De Fusco. Dure le critiche di due esponenti dell’opposizione che smentiscono l’esistenza del documento pur dichiarandosi disposti a firmarlo. “Per ora non mi hanno proposto nulla – afferma il consigliere Maurizio Cipriano – ma sottoscriverei senz’altro la sfiducia a D’Alessio. Parlo da imprenditore e ritengo vergognoso che una città da quattro milioni di turisti l’anno si trovi in queste condizioni pietose. Pompei è una Ferrari ma chi guida è bravo a fare eventi non ad affrontare la guerra della crisi”. Sulla stessa lunghezza d’onda la posizione di Giorgio Arpaia (PdL): “Sarei pronto a firmare la mozione ma, per ora, non c’è. Confermo il mio netto dissenso verso l’operato del sindaco che verrà ricordato per  La Cartiera che non ha ridotto la disoccupazione a Pompei. Per non parlare del degrado in cui questa amministrazione ha ridotto il centro oltre che le periferie o la questione della gestione del cimitero”.

Vento di crisi, quindi, a Palazzo De Fusco tra voci che si rincorrono e maggioranze che si rattoppano. I temi scottanti, del resto, non mancano. Il PUC in fase di approvazione su cui associazioni di commercianti e architetti hanno già manifestato il loro dissenso. Senza contare il bilancio che la gestione D’Alessio deve portare a casa entro fine anno. Una gestione funestata, del resto, da guai giudiziari che non accennano a finire: dopo la sentenza sul presunto abusivismo della Cartiera è attesa la pronuncia di primo grado sui lavori nella Fonte Salutare.

Non sarebbe inverosimile, dunque, immaginare qualche consigliere pronto a defilarsi da un esecutivo ormai scomodo a pochi mesi dalle elezioni, fregiandosi del titolo di salvatore. O di traditore. Nel prossimo consiglio comunale, in ogni caso, sarà sciolto l’arcano sull’esistenza di questo documento e sugli undici “cospiratori”. Un dato per ora è certo: a Palazzo De Fusco la poltrona di primo cittadino scricchiola sempre più forte sotto il peso di una maggioranza che nelle intenzioni, se non nei fatti, già non c’è più.

Claudia Malafronte

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