Ercolano, degrado ed abbandono al Mav: i segnali stradali legati col fil di ferro ai tralicci

2013-09-19 07.57.37Continua inesorabile l’agonia a Ercolano del MAV (museo archeologico virtuale) sotto gli occhi indifferenti di politici e amministratori. Sinistre scritte inneggianti a logiche di strada legate a zone “calde della città” adornano le aiuole esterne di un edificio destinato sulla carta a ben altri fasti.

 

2013-09-19 07.56.22La politica usa il MAV a proprio piacimento utilizzando l’auditorium in caso di meeting o conferenze per poi abbandonare sistematicamente la struttura a se stessa. Vetri esterni in parte lesionati dal lancio di sassi messo in essere da giovinastri e balordi, cartelli pubblicitari distrutti , corridoi laterali trasformati in orinatoi a cielo aperto compongono nell’insieme l’immagine di un museo virtuale destinato, di questo passo, inesorabilmente al fallimento.

Non si intende puntare il dito contro la fondazione MAV o sul presunto lassismo adottato dal Comune di Ercolano: certo è che un simile penoso scenario penalizza notevolmente l’immagine e la credibilità della comunità vesuviana. All’attenzione dei residenti non è sfuggita poi una “chicca” che ha dell’incredibile: i segnali stradali verticali posti in prossimità del MAV con tanto di dicitura Comune di Ercolano non sarebbero agganciati ai sostegni dell’illuminazione pubblica con fermi a norma di legge ma con semplice fil di ferro.

Questo inspiegabile “fatto” ha suscitato l’ironia degli ercolanesi che sovente transitando per luoghi mormorano: “ Poveri turisti, ci manca solo che gli piombi in testa un cartello stradale”. Analizzando la quotidianità ercolanese non si sa francamente se “ridere o piangere” : forse è veramente giunto il momento per la classe politica locale di interrogarsi sull’opportunità di rimanere in carica, di mal governare una città che nell’attuale sindaco Vincenzo Strazzullo, figlio di questi luoghi, avrebbe dovuto ritrovare spessore e produttività agli occhi di un palinsesto turistico mondiale che continua invece a “ridere” sull’inefficienze della bella ma dannata Ercolano.

Alfonso Maria Liguori

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