Napoli: giunta incompleta per Pentangelo in Provincia. Manca l’assessore del MPC

provincia napoli palazzoL’esecutivo di piazza Matteotti, guidato e rimesso in corsa dal presidente Antonio Pentangelo, vede tante riconferme e nuove e significative novità. Resta in bilico un ultimo posto nell’esecutivo, in pratica quello lasciato libero dall’ex assessore Pietro Langella, oggi senatore della Repubblica e leader del Movimento Popolare Campano, soggetto politico pensato circa un anno fa e concretizzatosi alla vigilia delle scorse politiche di febbraio.

Il presidente Pentangelo appare soddisfatto del lavoro svolto, conferma la piena volontà di continuare a lavorare per il territorio e di non sentirsi a capo di un esecutivo ad orologeria. In effetti dal prossimo anno le province dovrebbero scomparire e, come nel caso napoletano, dovrebbero nascere le Città Metropolitane. Sulla questione non ci sono ancora chiare indicazioni e allora Antonio Pentangelo dichiara: «Fino all’ultimo giorno della mia presidenza la Provincia di Napoli continuerà ad essere perfettamente operativa, programmando e gestendo tutti i servizi di propria competenza. Lo devo, per rispetto all’istituzione che rappresento, ai cittadini che servo ed ai lavoratori che guido. Non posso concepire la Provincia come un ente che ha i giorni contati e che non merita interesse, impegno ed iniziative, perché questi discorsi per me sono assolutamente inaccettabili. Anche per questo si è resa necessaria questa piccola correzione di rotta nell’esecutivo» .

Il Presidente Pentangelo ha poi ringraziato gli assessori uscenti per l’ottimo lavoro svolto, ma si è soffermato con un ringraziamento particolare a chi ha deciso di accettare la chiamata nell’esecutivo per l’ultimo anno di vita dell’amministrazione di centrodestra che guida la provincia partenopea.

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Il senatore Pietro Langella

«Una squadra unita e compatta – ha dichiarato il presidente – che si completerà nei prossimi giorni con la nomina dell’ultimo assessore rappresentante del Movimento Popolare Campano, significativa componente del centrodestra della nostra regione».

Una dichiarazione fondamentale per provare a mantenere salda una coalizione che da un anno a questa parte, pur rimanendo fedele all’elettorato, dichiarandosi sempre compattamente a centrodestra, si è trasformata proprio con la nascita del Movimento Popolare Campano.

Ed è proprio da centro, da quello che i suoi stessi componenti dichiarano “il vero centro”, e cioè dal MPC che piovono critiche e si chiedono chiarimenti al PdL ed a Pentangelo, da sempre molto vicino al coordinatore regionale PdL Luigi Cesaro. Un incontro proprio con i vertici del partito azzurro sarà chiesto dal senatore Pietro Langella e dal presidente dell’MPC, Massimo Filoia per chiarire il perché di questa momentanea esclusione dall’esecutivo.

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Il presidente MPC, Massimo Filoia

«Dire che siamo delusi per l’atteggiamento verticistico di Cesaro, che a nostro parere resta il vero artefice di questa nuova e al tempo stesso vecchia architettura della giunta provinciale, è poco» dichiara senza mezzi termini proprio Massimo Filoia. «Si è scelto di premiare l’Udc ed il Pdl, nonostante il nostro schieramento sia ormai lievitato a sei unità». Ed in effetti il gruppo langelliano si è al momento completato con i consiglieri  Giovanni Giugliano (Udc), dell’ex sindaco di Brusciano, Angelo Antonio Romano (gruppo misto) e di Donato Capone (ex Idv), che sono andati ad affiancarsi allo stesso Filoia, a Raffaele Apreda ed al capogruppo Luigi Sorianiello.

Ma intanto la giunta Pentangelo parte.  Riconfermati Ciro Alfano, con delega agli Affari generali e alle Attività Produttive; Giuseppe Caliendo, con delega all’Ambiente; Giovanna Del Giudice, con delega alle Pari opportunità – Politiche giovanili – Cooperazione internazionale; Maria Lucia Galdieri, con delega al Lavoro e alla Pace; Filippo Monaco, con delega alla Solidarietà e Servizi sociali.

Entrano nella stanza dei bottoni lo stabiese Massimo De Angelis, candidato con Fratelli d’Italia alle ultime politiche, al quale sono state affidate le deleghe ai Lavori Pubblici e Viabilità; Francesco De Giovanni di Santa Severina, con delega alla Cultura e Beni culturali – Semplificazione amministrativa e politiche agricole. Infine, Maurizio Moschetti, per lui la delega all’Edilizia scolastica e alle Politiche scolastiche.

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Il presidente della Provincia di Napoli, Antonio Pentangelo

Pentangelo si dice conscio che sarà un anno fondamentale sia che si vada verso l’istituzione della Città metropolitana che, in caso di mancata approvazione del ddl presentato dal governo in merito, a nuove elezioni provinciali. «Un anno di lavoro intenso dove dovremo essere pronti, duttili ed operativi per poter affrontare gli scenari più diversi: non sappiamo se saremo chiamati a difficili passaggi di funzioni verso altre istituzioni, oppure, nell’assoluta incertezza che regna a livello politico, dovremo esser pronti a continuare nel nostro lavoro di gestione di importanti servizi per la collettività. Una cosa è certa: per guardare al futuro bisogna anche far tesoro delle esperienze del passato. In questi quattro anni di veri e propri terremoti politici è indubbio ed incontestabile che la maggioranza di centrodestra che portò Luigi Cesaro alla presidenza e che poi ha sorretto il sottoscritto nelle funzioni di guida della Provincia di Napoli, è stata inossidabile ed efficiente. Ancora oggi – ha sottolineato il presidente Antonio Pentangelo – un vasto fronte di forze moderate conferma la fiducia a quest’amministrazione e lavora compatta per il territorio, reggendo anche ad inevitabili fibrillazioni, spesso incomprensibili e dettate da motivazioni che nulla hanno a che fare con la gestione della Cosa Pubblica. Di questo non posso che compiacermene, anche per il ruolo di laboratorio politico quanto mai significativo che abbiamo avuto per il futuro delle forze moderate di questo Paese».

Giorni complessi attendono Pentangelo e la sua squadra di governo provinciale e a ribadirlo è proprio l’esponente PdL che guida la Provincia, ma che non è per nulla rassegnato ad essere uno sterile traghettatore: «Confermo che la nostra politica di buon governo, quanto mai attenta  a coniugare la buona finanza con la bontà dei servizi prestati, andrà avanti. Con particolare attenzione nel settore dei trasporti e della viabilità, della scuola e dell’ambiente, e con l’impegno, in un pur necessario riassetto delle partecipate di garantire il posto di lavoro a tutti coloro che fino ad oggi, direttamente o indirettamente, hanno lavorato con e per l’amministrazione».

Resta comunque un dato politico che vede il duro faccia a faccia tra il PdL ed il Movimento Popolare Campano, che potrebbero essere definiti un po’ come le due facce della stessa medaglia. Non si dimentichi che il senatore Pietro Langella, ispiratore del MPC, resta pur sempre un uomo proprio del Popolo della Libertà a Palazzo Madama. Un braccio di ferro scaturito, forse, come leggono gli analisti politici locali, dal fatto che lo stesso Langella si rivede nella storica corrente cosentiniana del PdL, un PdL che al momento a Napoli ed in Campania è gestito da quel “padre padrone” che corrisponde all’on. Giggino Cesaro.

L’MPC, intanto, con una dichiarazione del consigliere provinciale Filoia, in attesa di vedersi affidare proprio quelle che furono le deleghe di Langella, al momento congelate e nelle mani di Pentangelo, conferma l’appoggio all’azione della nuova giunta di piazza Matteotti, pur chiarendo che si confronterà di volta in volta con i provvedimenti proposti e voterà secondo coscienza.

 

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