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Giugliano: si torna a scavare alla ricerca di rifiuti tossici

6      aSi torna a scavare alla ricerca di rifiuti tossici. Ci troviamo a Qualiano, Comune confinante con Giugliano. Le operazioni hanno avuto inizio in località “Ponte Riccio” uno dei posti indicati come sede del contestato inceneritore da fare per bruciare le ecoballe.

Proprio in questa area tra continuano i presidi contro la costruzione dell’impianto da parte dei produttori della mela annurca che hanno le loro coltivazioni a ridosso dello spazio individuato per costruire l’inceneritore.

“Ci leveranno anche il marchio Igp e saremo costretti a smantellare le nostre aziende per le quali abbiamo fatto tanti sacrifici – ha spiegato l’agricoltore Antonio Cipolletta – difendendo questo territorio con i denti soprattutto negli ultimi anni e durante le continue emergenze rifiuti. Basti pensare che da anni ci paghiamo da soli le analisi sulle falde acquifere che sono ancora ottime. Sui nostri terreni la camorra non è riuscita a seppellire ed inquinare nulla mentre con l’ arrivo dell’ inceneritore noi saremo costretti ad andare via. Il paradosso è che siamo riusciti a resistere alla camorra ed alle discariche illegali ma alla fine potrebbe essere lo Stato a farci chiudere i battenti e cancellare per sempre la nostra attività e cultura agricola”.

“La centrale Enel dismessa – ha detto il responsabile regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli già assessore provinciale all’Agricoltura – dove è stata prevista la costruzione del nuovo inceneritore da oltre 300 milioni di euro è situata a pochi metri dalle ultime e più significative coltivazioni di mele annurche in questo comune. La realizzazione di questo impianto comporterà la desertificazione e lo smantellamento di questi insediamenti con grave danno per l’ economia locale e della tutela di questo prodotto tipico territoriale. Un inceneritore al posto della produzione della mela annurca non ci sembra un buon affare per Giugliano e per la Campania. Noi preferiamo le mele agli inceneritori. Ma perchè in questa zona non realizzano un sito di compostaggio invece di questo mega impianto? Queste zone vanno difese e bonificate non ulteriormente devastate con un impianto che distruggerà anche quello che di buono è stato realizzato in questi anni. Infatti i rifiuti tossici e gli sversatoi abusivi sorgono tutti nei territori comunali o sequestrati ai clan non in quelli difesi dai contadini”.

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