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Pompei: “Pompei nel mondo” di Armellin alla nona giornata del contemporaneo

POMPEI NEL MONDO“Pompei nel mondo” è il reportage con cui Stefano Armellin partecipa alla Giornata del Contemporaneo, giunta alla nona edizione, organizzata da AMACI (associazione musei d’arte contemporanea italiani), il 5 ottobre 2013.

L’artista, classe 60, nato a Conegliano ma attualmente residente a Pompei, vanta diverse opere (The Opera, L’arte e la Croce, Omaggio a Klee, L’arte di vedere e la fede) e mostre in tutta Italia. La sua pittura, ispirata al rapporto tra l’uomo e la religione, mira a creare un ponte tra le avanguardie novecentesche e il XXI secolo.
In “Pompei nel mondo” Armellin affida ad una carrellata di affreschi e scorci della città sepolta la denuncia di una realtà sempre più degradata e in pericolo. L’opera è direttamente ricollegabile al Cretto di Gibellina, realizzato da Alberto Burri all’indomani del terremoto del Baselice nel ’68, in cui l’arte viene vissuta come riscatto e recupero di una città inghiottita dalla terra e dalla sua furia.

“L’opera di Burri -sostiene Armellin- ha sepolto in modo creativo una città irrimediabilmente perduta, l’opera di Burri l’ha fatta rinascere. Perciò vedo una analogia con Pompei antica e con la mia opera virtuale e digitale. Io ricopro Pompei con le sue stesse immagini per far conoscere al pubblico del mondo come nel 2012 l’antica città si trovava” .

Un cenno all’attualità è, del resto, inevitabile: “questo – afferma l’artista – diventa il mio contributo artistico, la mia testimonianza per il Grande Progetto Pompei, che molti, giustamente, temono invasivo, poco attento alla realtà archeologica del sito perché gestito da dirigenti non competenti. Non solo, il rischio che il Grande Progetto Pompei venga appaltato dalle mafie esiste e, se la mia Opera potrà scongiurare questo rischio avrò ottenuto il migliore risultato possibile”.

Per questo, conclude provocatoriamente Armellin, “in futuro a ricoprire le rovine Pompei non sarà un altro Grande Cretto Burri ma una nuova, esplosiva eruzione del Vesuvio”.

Claudia Malafronte

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