Il cardinale arcivescovo della città, Crescenzio Sepe, a margine delle celebrazioni dell’anniversario delle Quattro giornate, al Maschio Angioino, cui ha preso parte anche il presidente Giorgio Napolitano, ha dichiarato l’impegno della chiesa contro l’inquinamento e lo sfregio del territorio.
Le Quattro giornate sono servite ai napoletani per liberarsi da una “situazione di sopraffazione e ingiustizia”, e poiche’ “la storia ci dovrebbe insegnare che il popolo napoletano non si è mai accontentato ne’ arreso a queste forme di sopraffazione”, “oggi deve assolutamente riscattarsi” da situazioni quali quella nella cosiddetta Terra dei fuochi. Il presule indica don Maurizio Patriciello, “uno di quelli che è in prima linea rispetto a queste situazioni camorristiche che inficiano la vita delle persone”.
Nei territori, nei giorni scorsi tristemente assurti agli onori della cronaca per i veleni che stanno riaffiorando dal sottosuolo, occorre un’azione forte. Chi inquina nella Terra dei fuochi, ha tuonato il cardinale Sepe, “attenta alla vita degli altri, non solo danneggia la società, ma commette un peccato contro Dio e non può fare la comunione se non si converte e ripara al danno commesso.
Attentare alla vita di tante persone è un peccato grave – ha concluso Sepe – c’è bisogno di una scossa”.