Pompei: fumata nera per Super Plastik. Il consiglio comunale continua a ignorarla

SUPERPLASTIK

Claudia Koll sì, Super Plastik no. Questo è il risultato della scelta degli ordini del giorno del prossimo consiglio comunale, previsto per il 7 ottobre alle 11.30. Ancora una volta i nostri rappresentanti saranno chiamati a suggellare l’ennesima e imperscrutabile cittadinanza onoraria, mentre la realtà produttiva cittadina passa sistematicamente in secondo piano.

Eppure esiste una sentenza del TAR Campania (03649/ 2013), del 12 luglio scorso, che ha sancito la legittimità della riqualificazione richiesta dalla Super Plastik nel 2007. A mancare è  l’ultimo tassello, la ratifica da parte del consiglio comunale. Un atto dovuto data la pronuncia dei giudici della terza sezione che hanno già riscontrato un “immotivato ritardo” da parte del comune nell’affrontare la vicenda.

L’impresa di via Casone, infatti, aveva ottenuto il parere favorevole unanime della conferenza dei servizi nell’ormai lontano 2010. A mettersi di traverso una serie di consulenze richieste dal comune e il rischio di dover ripetere un iter prossimo alla conclusione col rinvio a una nuova conferenza di servizi.

D’altronde già nel dicembre 2010 il consiglio comunale mancò di ratificare l’atto, rinviando tutto al gennaio 2011. Ma l’ordine del giorno è misteriosamente scomparso e l’ok dell’assise non è mai pervenuta.

Ora, con la sentenza del TAR, il via libera di Palazzo De Fusco appariva scontato. Ma forse si era troppo ottimisti. C’era da capire.  Il comune era troppo occupato nell’approntare il Pompei Cinema Festival, ai più sconosciuto, o ad assicurare la cittadinanza a Claudia Koll, le cui motivazioni restano ignote.

Potevano pensare, dal Palazzo, alla Super Plastik, ai suoi quaranta dipendenti, ai posti di lavoro che sarebbero stati creati dalla sua espansione? Evidentemente no, nonostante il presidente del consiglio comunale, Ciro Serrapica, responsabile dell’ordine del giorno, provenga proprio dalle zone periferiche in cui è situato l’opificio e qui abbia sempre fatto incetta di voti.

Come è possibile che una delle poche realtà imprenditoriali che si ostina a rimanere a Pompei e intende ingrandirsi e generare occupazione, venga ostacolata e ignorata dai nostri politici mentre feste, inaugurazioni e lapidi sono all’ordine del giorno? La politica pompeiana sembra essersi ridotta a un carnevale errante dove la realtà concreta è costantemente negata, le priorità rovesciate e le figuracce ripetute quotidianamente.

Tuttavia ignorare una sentenza del TAR a favore del lavoro proprio mentre si cerca di salvare la Cartiera, abusiva per il Consiglio di Stato, in nome di quella stessa occupazione, è un controsenso difficile da giustificare. La più grande amarezza, in ogni caso, è che non vengano rispettati i diritti di un imprenditore che ha inteso seguire la legalità, che ancora una volta rivela il suo duplice volto: zavorra per le piccole aziende, optional per le grandi.

Claudia Malafronte

 

 

 

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