“In Campania, negli ultimi anni, stiamo osservando l’incremento di due patologie importanti: la tiroidite di Hashimoto, una patologia autoimmune che progressivamente distrugge la ghiandola ed induce l’ipotiroidismo, ed il carcinoma papillifero della tiroide, afferma la Prof. Bernadette Biondi, professore Associato di Endocrinologia presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgica Università Federico II di Napoli e coordinatore scientifico del convegno sulle malattie tiroidee. L’eccezionale incremento di tali patologie sul nostro territorio è attribuibile sia all’inquinamento ambientale che alle radiazioni vulcaniche e, anche per tali motivi, il convegno ‘Terapia sostitutiva e TSH-soppressiva con ormoni tiroidei’ che si svolge il 4 ottobre presso l’Hotel San Francesco al Monte della nostra città è di particolare attualità”.
L’obiettivo è quello di aggiornare le conoscenze sulla terapia sostitutiva con l’ormone tiroideo in tutti quei casi in cui è necessaria. Quando la tiroide viene asportata, totalmente o parzialmente, o nei casi in cui la ghiandola non funziona come dovrebbe si verifica una condizione di ipotiroidismo che deve essere prontamente riconosciuta. Oggi, molti casi di ipotiroidismo, si riescono a diagnosticare in fase subclinica, ovvero quando le sue manifestazioni non sono così palesi. La diagnosi precoce è importante perché l’ipotiroidismo si associa a complicanze cardiovascolari e metaboliche . Una recente pubblicazione della Prof Biondi sulla prestigiosa rivista “The Lancet” ha recentemente sottolineato come l’ipotiroidismo, anche in forma subclinica, può essere responsabile di malattia coronarica e di insufficienza cardiaca, se non trattato in modo adeguato.
La terapia con ormone tiroideo è piuttosto semplice e si basa sulla somministrazione della levotiroxina, (l’ormone tiroideo di sintesi) assunta in singola dose giornaliera a digiuno con un dosaggio che deve essere attentamente personalizzato. Nonostante l’apparente semplicità della terapia, studi della letteratura hanno dimostrato la difficoltà di ottenere un costante controllo della terapia con valori ottimali degli ormoni tiroidei. Molti i pazienti dichiarano di avere difficoltà nel seguire con precisione le indicazioni del medico circa l’assunzione del farmaco che deve essere preso 1 ora prima della colazione per ottenere un assorbimento ottimale. Nuovi studi hanno portato in evidenza che alcune patologie gastriche e intestinali, celiachia o problematiche di interferenza con farmaci portano ad una mancata risposta ottimare alla terapia con l’ormone sintetico. Oggi, l’esistenza di nuova formulazione, in soluzione liquida, della levotiroxina permette di ottenere un più rapido assorbimento del principio attivo, per la mancata fase di dissoluzione gastrica. La formulazione liquida è quindi indicata nei pazienti con problematiche di assorbimento, nei pazienti con difficoltà nell’ingoiare compresse ed in particolare nei bambini.
“Oltre alla terapia sostitutiva si parlerà anche del trattamento TSH-soppressivo con ormone tiroideo. Il trattamento con levotiroxina, spiega Paolo Vitti, professore Ordinario di Endocrinologia presso l’Università di Pisa, riduce il TSH, l’ormone che stimola la tiroide, e riduce anche lo sviluppo di tumori della tiroide nei pazienti che hanno ghiandole multinodulari, fenomeno assai comune in Italia per la relativa carenza di un micronutriente essenziale per la funzione tiroidea: lo iodio”.