I padroni di casa si crogiolano, ancora un po’ stanchi della partita di Coppa di mercoledì, nella consapevolezza di essere i più forti; gli avversari sono volenterosi, ma manca qualità nelle giocate. Il duplice fischio del direttore di gara, diventa così una tregua nella lotta contro la noia. Alla ripresa, però, è proprio quest’ultima ad avere definitivamente la meglio. Poco o nulla, infatti, accade anche nei secondi quarantacinque minuti. L’Herculaneum va comunque vicina al raddoppio in due occasioni: al 57’ è in realtà il Mugnano a sfiorare un autogol con Passariello, ma il suo portiere ci metta una pezza; pochi minuti dopo Alberto serve Ferrara, ma la sua conclusione è troppo debole. Nemmeno quando al 70’ i locali rimangono in dieci per l’espulsione di Logoluso, la partita regala qualche brivido in più.
Del tutto insignificante, poi, il rosso all’avanti mugnanese Grassi, comminatogli al 92’. Archiviata anche quest’altra vittoria, gli uomini di mister Ulivi sono già proiettati alla sfida di sabato pomeriggio in quel di Poggiomarino, in quello che sarà un primo scontro diretto. La Juve Pro Poggiomarino dista, infatti, appena due lunghezze dalla co-capolista Herculaneum (anche il Ponticelli è a 12). I bianconeri, tra l’altro, nell’ultimo turno di campionato hanno sfoderato una prestazione maiuscola contro la Boschese, alla quale hanno rifilato ben quattro reti. Ma l’Herculaneum può vantare la miglior difesa dell’intero torneo, non avendo ancora subito nemmeno un gol. E sarebbero comunque soltanto due le reti al passivo contando anche le tre sfide di Coppa Italia, due delle quali sono state peraltro disputate contro avversarie di categoria superiore.
Mister Ulivi vuole continuare a mantenere questa imbattibilità, ma per farlo non ne vuol sapere di apportare cambi al modulo che sin qui gli ha dato tante soddisfazioni, per cui sarà ancora una volta 4-3-3. Previsti, però, dei cambi al livello di interpreti: Casonaturale dovrebbe rivelare Franco, mentre Falanga sostituirà lo squalificato Logoluso. Per il resto il solito undici, a caccia della manita.
Michele Di Matteo