Sorrento: chiesta l’istituzione di un “Osservatorio sulla precarietà e lavoro sommerso”

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La riconquista del lavoro e della dignità di lavoratrici e lavoratori è la nostra prima preoccupazione. Nel pieno convincimento del fatto che questo stato d’animo sia da Lei condiviso, vorremmo con Lei delineare un percorso al fine di contrastare la piaga della disoccupazione che sta arrestando la crescita nel nostro Paese e condizionando pesantemente la vita di chi un lavoro ce l’ha e tenta di mantenerselo. Tutti gli indicatori economici parlano chiaro: la disoccupazione in Italia è al 12,8%, quella giovanile al 38,4%. L’epicentro della crisi, poi, è tra le donne che hanno un tasso di disoccupazione pari al 13,2% e nel Mezzogiorno, porzione del Paese in cui la disoccupazione assume i crismi di un vero e proprio dramma con un tasso pari al 17,9%. La Penisola Sorrentina non è una realtà estranea a questa crisi di sistema, anzi è pienamente dentro un collasso del lavoro che depotenzia opportunità e dequalifica risorse e territori. La Cgil, anche con le proposte poste in essere col nuovo Piano del Lavoro, intende far ripartire i territori, puntando sui loro punti di forza e sulle opportunità insite all’interno di una realtà variegata e multiforme come la nostra. Oggi, Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento, Massa Lubrense hanno tutti un Pil negativo (-2,18% Pil 2010, Pen. Sorr.). La penisola sorrentina, dall’inizio della crisi, ha perso oltre 100milioni di euro. Il settore del turismo e dei servizi è quello più penalizzato. Ma è anche quel segmento di mercato in grado di rilanciare le prospettive di crescita del territorio. Per queste ragioni, occorre sviluppare azioni volte alla “destagionalizzazione” dei flussi turistici ed al contempo soffermarsi non solo sulla quantità di lavoro, ma anche sulla qualità del lavoro, eliminando ad esempio i soliti contratti di stage e puntando su formule contrattuali più stabili. Ancora, va valorizzato il settore agricolo, perché i produttori locali non possono sopravvivere solo grazie agli incentivi governativi. Viceversa bisogna spingere verso un mercato a km 0, al posto di quello attuale all’ingrosso. La vendita di produzioni tipiche e naturali locali può essere valorizzata, magari attraverso la realizzazione di Cooperative e comunque facendo entrare anche questo settore all’interno di un percorso più qualificante e variegato. In ultimo, al fine di allargare l’offerta, è indispensabile superare gli approcci frammentari: cultura, agricoltura, enogastronomia sono elementi in grado di alimentare la ricettività turistica. Tutte queste sono possibilità di lavoro e sviluppo per la Penisola Sorrentina. Proposte che debbono indurre una riflessione partendo dal punto di vista del più debole: gli atipici, vittime sacrificali di questo sistema perverso. Lavoratrici e lavoratori che pagano il prezzo più salato di questa crisi di sistema e che spesso sono vittime del lavoro nero, sfruttamento vestito da opportunità. La gravità della situazione appena descritta ci fa ritenere che non si possa più attendere: bisogna affrontare il tema del lavoro precario e del lavoro nero. Per Nidil e Cgil Penisola Sorrentina è importante che si avvii, congiuntamente alle Istituzioni ed a tutte le forze sociali, un percorso per fermare questa piaga e rimettere al centro la qualificazione del lavoro e la dignità di lavoratrici e lavoratori. A tal fine, un segnale concreto di emersione alla legalità di segmenti non secondari dell’economia locale potrebbe essere l’insediamento di un Osservatorio permanente sul fenomeno della precarietà e del lavoro sommerso. Da anni, presso la nostra sede territoriale di Sorrento, assistiamo ad uno stuolo di lavoratrici e lavoratori abbandonati al loro destino, costretti ad elemosinare ciò che spetterebbe loro di diritto, senza una reale conoscenza dei servizi cui potrebbero accedere. Insomma, stagionali, somministrati, atipici da troppo tempo vivono in Penisola Sorrentina tra ipotetiche occasioni e mancate opportunità. Nidil e Cgil Penisola Sorrentina sono aperte a qualsiasi confronto con tutti i soggetti pubblici e/o privati sulle modalità e sul ruolo di tale “Osservatorio”, con il solo obiettivo di soddisfare l’interesse generale. A nostro avviso, vanno meglio distribuite le opportunità e le ricchezze che questo territorio offre: cominciare dal riconoscimento di un lavoro libero e dignitoso, così come prescrive la nostra Costituzione ci pare il primo passo verso una condizione di emancipazione del lavoro. Il contributo che Nidil e Cgil Penisola Sorrentina intendono offrire, però, non è aleatorio: intendiamo essere propositivi. Per queste ragioni, nell’ottica di un rilancio del territorio e della tutela di lavoratrici e lavoratori, ci impegniamo a formulare poche ma significative proposte:
1) Alimentare la cultura della legalità, informare lavoratrici e lavoratori sui loro diritti attraverso Corsi di formazione/informazione finalizzati all’arricchimento culturale e tecnico dei concorsisti;
2) Sul piano repressivo, intensificare i controlli al fine di stimolare, attraverso la sottoscrizione di Protocolli d’intesa e task force, un lavoro sinergico tra Comune, Organi ispettivi e Forze dell’ordine;
3) Tramite l’accesso a fondi europei, nazionali, regionali, favorire l’emersione alla legalità delle aziende del comprensorio ed istituire un marchio di qualità per quelle realtà che rispettano i contratti collettivi nazionali e le norme di legge; previsione di indici di congruità relativi al rapporto quantità/qualità della prestazione e quantità di ore lavorate e numero di lavoratori, il cui rispetto dovrebbe diventare la condizione per orientare in modo mirato gli interventi ispettivi, accedere alle gare d’appalto, rilasciare (e revocare) le concessioni pubbliche, godere di eventuali sistemi di fiscalità di vantaggio.

Nidil-Cgil Penisola Sorrentina

Pasquale Cesarano

Cgil CdLM Penisola Sorrentina

Carmine Perino

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