Tutta Italia si è commossa ed emozionata guardando le immagini della cosiddetta “Strage di Lampedusa”. Forse tutta Europa, forse anche i leghisti. Forse ancora durerà questa commozione anche se solamente per qualche giorno. Forse impiegheremo più tempo per dimenticarla, poiché solitamente tendiamo a ricordare solo l’ultima delle disgrazie in ordine cronologico. E tutti sono d’accordo che qualcosa è davvero cambiato, che da oggi sarà diverso, che da oggi è stato abolito il reato di clandestinità!
Beh, a parte le motivazioni del Movimento5Stelle per cui abolizione del reato di clandestinità significa meno costi per lo Stato, meno processi e carceri meno affollate (qualcuno davvero ha soggiornato in galera per più di 3 giorni poiché clandestino?) non si riesce a comprendere come ciò potrà salvare delle vite. Chi arriva in Europa “in modo illegale” non aveva e non ha paura di sporcarsi la fedina penale, anzi, non gliene può fregare di meno. Piuttosto ha paura delle espulsioni. Sia verso il proprio paese di origine che verso uno di quelli su cui ha transitato. E sì che il Movimento ha dichiarato che l’emendamento presentato e accolto renderà più semplici le espulsioni.
Ma è’ spaventati dalle espulsioni che ci si getta in mare quando si crede di essere abbastanza vicini alla costa, per evitare di imbattersi nelle autorità italiane che attendono il barcone a riva.
L’obiettivo è salvare vite, i nostri politici e quelli di tutta Europa da una settimana non parlano d’altro.
Abolire il reato di clandestinità e la Bossi Fini non basta. Allora come?
Beh, ci penserà l’Unione Europea (UE) se l’Italia non è in grado. Cecilia Malmström, Commissario Europeo per gli Affari Interni, ci fa sapere che l’UE sta lavorando in questa direzione: Frontex (Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea)ha bisogno che i Paesi Membri mettano più fondi a disposizione così che l’Agenzia possa sorvegliare al meglio le coste europee e lavorare fianco a fianco con il nuovo arrivato “Eurosur”, il cui funzionamento è stato approvato il 10 Ottobre dal Parlamento Europeo. Eurosur consisterà in uno scambio rapido di informazioni e una raccolta dati che permetterà di controllare al meglio i confini del vecchio continente. L’idea è quella che un miglior pattugliamento possa evitare sciagure. Ci si dimentica probabilmente che i controlli effettuati da Frontex nel Mediterraneo, con le varie missioni Hera e Nautilus, hanno portato i barconi a cambiamenti di rotte per sfuggire alle navi della stessa Agenzia: si è arrivati addirittura a partire dalla Mauritania per evitare la Guardia Civil in missione per conto di Frontex. E percorrere la rotta più impervia aumenta la probabilità di naufragi nel Mediterraneo.
Frontex è la stessa Agenzia di cui una delegazione nel 2007 visitò il centro di detenzione per migranti a Kufrah,in Libia. Esso viene definito un centro di torture e trattamenti inumani da chiunque vi ha soggiornato. Frontex non vi trovò nulla di male. Frontex è ancora la stessa agenzia di cui il colonnello della guardia di finanza Francesco Saverio Manozzi raccontava, in un documentario di Roman Herzog del 2008, di aver partecipato alla missione Nautilus III assieme alle autorità tedesche. Queste ultime, secondo il graduato, adottavano una strana strategia per salvare vite umane: salivano sul barcone, toglievano viveri e carburante e obbligavano a un dietrofront verso le coste libiche. Vi fidereste di Frontex? Io no.
Ma allora non si può fare nulla per evitare questi naufragi, per evitare queste stragi? In realtà qualcosa si può fare.
Proviamo a cambiare il punto di vista. Proviamo a pensare che se non si possono evitare le partenze, allora si deve migliorare la condizione di viaggio. Immaginiamo una nave Tripoli-Roma, un aereo Tripoli-Roma, uno di questi mezzi accessibile a tutti. Con un visto accessibile a tutti. Anziché pagare 4.000 dollari ai passeurs, i cosiddetti trafficanti di uomini, pagare 500 euro alla compagnia, all‘agenzia di viaggio, ai vari siti online che propongono sconti in caso il biglietto venga acquistato in largo anticipo. Questo non è assurdo, questo è ciò che facciamo tutti noi quando programmiamo una partenza. Viaggio della speranza allora non significherebbe nella speranza di sopravvivere, bensì nella speranza di un futuro migliore.
Andrea Paggi