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Piano di Sorrento, Etruschi e penisola sorrentina: il prof Bellelli (Cnr) illustrerà il suo studio

Detail Showing Figures on Etruscan Sarcophagus of a Married CoupleAvrà luogo domani dalle ore 18,30 alle 20 presso il Centro Culturale Comunale di Piano di Sorrento, la conferenza di studi intitolata “Incontri di Civiltà: Etruschi ed Italici tra Capua e la Penisola Sorrentina”. Si tratta di un evento culturale di altissimo profilo al quale prederanno parte eminenti studiosi di diversi istituti universitari italiani. Il convegno verrà aperto dal prof. Vincenzo Bellelli del CNR, con una relazione sull’interazione a livello culturale, politico e sociale tra gli Etruschi e gli antichi abitanti della pianura campana. L’interesse che simile evento suscita risiede nel fatto che il tema di discussione può essere considerato il primo, grande incontro dal punto di vista etnico che la nostra regione ha conosciuto.

 

Infatti, l’arrivo delle genti etrusche, intorno alla metà dell’VIII sec. a.C., portò con sé fenomeni di aggregazione e acculturazione tanto sociali quanto politici. Di quel periodo sopravvivono una serie di testimonianze archeologiche, legate soprattutto alle tante necropoli rinvenute nella fascia di territorio compresa tra Castellammare di Stabia e Sorrento. La parte più consistente del convegno, tuttavia, sarà dedicata proprio alle antiche genti italiche che popolarono la Campania prima dell’avvento degli Etruschi.

Un affascinante salto all’indietro nel tempo per cogliere le fondamentali dinamiche del popolamento della piana campana antica, con relativo effetto sulla costruzione di strutture politiche dissoltesi poi con l’avvento del popolo etrusco. Merito grande di simili eventi culturali, ahinoi sempre più sporadici, è da attribuire alla rivista scientifica Oebalus, diretta dallo studioso di origini pompeiane Felice Senatore, che da decenni porta avanti una proficua attività di ricerca svolta in campo storico ed archeologico. E ancora una volta siamo qui a sottolineare l’importante azione, per quel che riguarda la divulgazione e la valorizzazione del patrimonio culturale della Campania, delle associazioni e del volontariato o, come in questo caso, di riviste autonomi e indipendenti.

 

Si tratta di forze straordinarie ma spesso scollegate tra loro per l’assenza di progetto coordinato dagli alti vertici istituzionali, quali soprintendenze e ministeri. Tuttavia, realtà come quella di Oebalus, e con essa quella di associazioni e gruppi archeologici, rappresentano ad oggi il fiore all’occhiello, il meglio che la passione per l’archeologia campana possa offrire.

Angelo Mascolo

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