“Cristian D’ Alessandro e gli altri attivisti di Greenpeace – spiegano il leader degli ecorottamatori Verdi Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli della radiazza – sono di fatto oramai prigionieri politici. L’ accusa di pirateria è un pretesto risibile per fermare a livello mondiale i volontari ambientalisti che si iscrivono e militano nell’ associazione. A questo punto a nostro avviso il governo italiano ed le amministrazioni locali devono iniziare a rispondere in modo altrettanto duro ad esempio obbligando gli ambasciatori ed i consoli a intervenire con maggiore solerzia nei confronti della Russia. Per ora il nostro paese sembra poco attento a questa vicenda incredibile e assurda e la diplomazia ha fatto pochi passi concreti per ottenere qualche risultato reale. Non possiamo permettere che Cristian resti in galera per anni per un reato che palesemente non ha commesso nel disinteresse generale. Per questo continua la nostra campagna radiofonica per sensibilizzare l’ opinione pubblica e le istituzioni affinchè tutti facciano sentire la propria voce”.