La festa che celebriamo il 22 Ottobre ricorda una delle più terribili eruzioni.
La storia ci racconta che fin dai primi giorni di ottobre 1822 il Vesuvio dette inquietanti segni premonitori, ma il 20, il 21 e il 22 furono giornate terribili: pioggia di cenere e lapilli, boati emersi dal Vulcano e l’avanzare di due correnti laviche in direzione di Resina e di Boscotrecase.
La mattina del 22 ottobre la situazione diventò critica: Torre Annunziata era avvolta da un’oscurità intensa.
Vi fu uno slancio di fede, il popolo corse ai piedi della Madonna e in processione penitenziale portò la cara Immagine dalla Chiesa di Ave Gratia Plena per via del Popolo (oggi Corso Vittorio Emanuele III) fino a Piazza Comizi (oggi Piazza Ernesto Cesàro)
Qui il sacerdote Don Rocco Baly del clero di Torre Napoletana, parlò al popolo e mentre lo esortava alla penitenza, un raggio di sole squarciò
la densa nube di fumo e si andò a posare sul volto della Madonna.
Torre fu salva. Ancora una volta Maria aveva sorriso ai suoi figli.
Nacque così la “festa votiva”del 22 ottobre.
La commozione e la gratitudine del popolo torrese trovò espressione in un “voto” che fu stabilito dall’Amministrazione cittadina del tempo.
Torre Annunziata per mezzo dei suoi rappresentanti promise alla nostra Protettrice che quel giorno sarebbe sempre stato ricordato.
Il 22 ottobre richiama in ogni torrese vicino o lontano il ricordo della Madonna della Neve, la filiale devozione alla Madre cara, sottolinea il vincolo d’amore e di grazia della nostra Celeste Castellana con il suo popolo.
Meravigliosi risuonano i versi del canto di Don Salvatore Magri, Parroco di Trecase.
“E’ salva! Or chi mai al crudo
sterminator Vesevo
sottrasse questo suolo?
Chi fu celeste scudo?
Chi vinse l’ignea forza?
Chi calmò il nostro duolo?
Maria al foco disse:
T’arresta, non passar
La Madonna è stata sempre fedele alla sua promessa “Proteggerò questa città perché l’ho scelta come mia dimora”. Ci ha sempre mostrato il suo affetto e noi dobbiamo pregarla perché attraverso l’intercessione del Figlio segni l’avvenire cristiano e il progresso della nostra città.
Maddalena Matrone