La Chiesa – come ho detto già nei messaggi del 2001 e del 2010 – non è chiamata in primo luogo ad impartire indicazioni d’ordine tecnico e politico, ma si sente tuttavia impegnata, fortemente ed ineludibilmente, sul fronte della tutela del creato e delle realtà terrestri che costituiscono il luogo del nostro vivere e del nostro operare. Per questo, insieme a voi, la Chiesa di Nola chiede – usando le stesse parole utilizzate nel 2001 e nel 2010 – alle pubbliche autorità impegni precisi. Chiede anzitutto che sia salvaguardato, tutelato e incrementato il diritto fondamentale e costituzionalmente già garantito alla salute, all’incolumità e alla salubrità dell’ambiente calpestati da una amministrazione caratterizzata da strabismo e miopia e indirizzata esclusivamente all’ordinario: è il tempo del futuro, è il tempo di programmazioni serie ed efficaci, e non solo per affrontare il dramma della trasformazione della nostra terra in inferno.
Sono stati commessi errori enormi, anche a causa dell’indifferenza di ciascuno: ma un cambio di rotta è possibile, anzi, è doveroso! La soluzione allo scempio non può essere la fuga: la soluzione allo scempio deve essere la bonifica, da condurre con serietà e competenza ma soprattutto vigilando ed evitando che possa divenire ennesima occasione di profitto per la criminalità. La nostra terra vive un momento di notte e ognuno di noi, come scrive il profeta Isaia, si chiede “Quanto resta della notte?”, come lui dobbiamo rispondere “Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!”, dobbiamo continuare a domandare, a far venire fuori ad alta voce il nostro desiderio di futuro, l’amore per la nostra terra, l’amore per il dono più prezioso fattoci da Dio: la vita».