Pimonte: senza lavoro e minaccia di darsi fuoco e lanciarsi dalla finestra del sindaco

Operaio finestraMinaccia di darsi fuoco e lanciarsi dalla finestra del sindaco un dipendente di Igiene Urbana che, dopo la rescissione del contratto ufficializzata dal Comune, resta senza lavoro insieme a 3 suoi colleghi.

La clamorosa protesta è cominciata poco dopo le 10, quando il 36enne di Scafati (insieme agli altri 3 operatori ecologici a rischio) ha occupato la stanza del primo cittadino Michele Palummo. Sul posto si sono recati i carabinieri della locale stazione, che hanno scongiurato il peggio.

La protesta è rientrata dopo un incontro tra i sindacati e i rappresentanti dell’amministrazione comunale. Le parti si incontreranno domani pomeriggio per discutere della determina comunale che ha affidato temporaneamente il servizio di raccolta a una ditta dell’agro – nocerino – sarnese. “Rivolgiamo un appello al sindaco – si legge in una nota dell’Ugl provinciale -, affinchè vengano tutelati i 4avoratori esclusi dal nuovo servizio”. Ma sulla questione lavoro è dura la posizione del gruppo di minoranza consiliare. “Altro che pignatta, con Palummo lavorano solo persone non pimontesi”.

E’ l’accusa che viene dal gruppo Pimonte nel Cuore, e che fa riferimento ad alcune assunzioni fatte dall’ente “in netta controtendenza rispetto ai proclami della campagna elettorale, durante la quale l’attuale sindaco parlava espressamente di “pignatta”, lasciando intendere che a lavorare sarebbero state soprattutto pimontesi”. L’opposizione fa anche degli esempi. Su tutti, i dipendenti degli scuolabus (molti di Castellammare) e il responsabile dell’Ufficio Tecnico, preso a scavalco da un altro ente e anch’egli stabiese. Una figura che, alle casse del Comune, costa circa 50mila euro l’anno. “Sia per quanto riguarda gli scuolabus che per l’ufficio tecnico – a parlare è il consigliere comunale Carmine Palomba – sono state accantonate le aspettative e le ambizioni di tanti pimontesi e bravi professionisti locali. Evidentemente per Palummo e i suoi fedelissimi quanto detto in campagna elettorale non rispecchiava il vero modus operandi dell’esecutivo, sono state raccontate favole ai cittadini per accattivare voti”.

Palomba torna anche sull’introduzione dell’ufficio passi, che limita gli accessi al Comune. “All’interno della casa comunale è stato messo un cancello interno – continua -, che limita il libero accesso ai cittadini che vogliono entrare, se non previa registrazione. Crediamo che il sindaco avrà avuto i suoi buoni motivi, ma allo stesso tempo ci viene in mente che los tesso Palummo (nel giorno dell’insediamento) fese sradicare porte e citofono dalla stanza dell’ex sindaco Dattilo, ritenendoli comune una “chiusura” verso la popolazione. Allora – conclude Palomba – se è vero che il Comune è la casa di tutti, teniamola aperta a tutti”.

Francesco Fusco

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