Nell’anno 1982 l’allora allenatore casertano, Bosha Tanjevic, volle a tutti i costi questo cestista e costrinse il manager Giancarlo Sarti ad ingaggiarlo per creare i presupposti alla promozione in A1.
Da quel momento nacque la leggenda di Oscar, l’atleta che non conosceva ostacoli tra lui ed il canestro, orgoglio dell’intera tifoseria casertana. Il brasiliano era talmente ammirato ed invidiato dal panorama cestistiico mondiale che ricevette offerte per giocare in NBA con i New Jersey Nets e gli fu proposto un contratto faraonico dal Real Madrid. Rifiutò entrambe le offerte pur di continuare a giocare a Caserta. La squadra casertana tra l’altro affrontò nel 1989 il Real Madrid in una storica e sfortunata finale di Coppa delle Coppe ad Atene che vide incrociarsi Oscar e Drazen Petrovic, nell’unica sfida tra due dei più grandi tiratori della storia del basket mondiale.
La grandezza di questo campione può essere descritta soltanto dai canestri realizzati nei suoi anni di carriera e dalla media realizzativa a partita, più di 30 punti a gara. Il brasiliano negli anni trascorsi a Caserta si era integrato talmente bene nella comunità che ha voluto far nascere il figlio Felipe in Campania, tanto da definirlo, in modo scherzoso: “Il mio terroncello”. Ha lasciato molti amici a Caserta oltre ai suoi “comparielli”, come lui stesso li definì nell’Oscar Game, i noti orafi casertani Basile.
Oggi purtroppo Oscar sta combattendo una durissima battaglia, contro un cancro alla testa, che si sta rivelando uno degli avversari peggiori della sua vita. La notizia, com’era prevedibile, ha scosso tutti gli sportivi che gli hanno sempre voluto bene, specie i casertani, proprio per quel suo carattere solare e leale. Per questo motivo il mondo dello sport si stringe attorno a questo inimitabile campione augurandogli di sconfiggere il male e rivederlo sorridente e gioviale come è sempre stato. Alla “leggenda Oscar” giungano i sentimenti più veri ed autentici dei casertani oltre l’augurio di saperlo guarito.
Annibale Nuovanno