La questione sicurezza degli abitanti della «zona rossa» attorno al Vesuvio approda alla Corte europea dei diritti umani. Dodici residenti dell’area più a rischio in caso di eruzione, guidati da Rodolfo Viviani, hanno infatti presentato un ricorso a Strasburgo in cui sostengono che il piano d’emergenza predisposto dalle autorità italiane è inadeguato, e che quindi lo Stato non sta garantendo come dovrebbe la sicurezza dei cittadini.
Questa azione arriva dopo l’allarme lanciato dal Prefetto e capo della Protezione Civile nazionale Franco Gabrielli che ha dichiarato: ” è problematico per noi avere una seria pianificazione sul versante del Vesuvio che è un vulcano attivo, purtroppo su quei territori penso a quelli dei campi Flegrei riscontriamo una consapevolezza che non è all’altezza della situazione”.
“Invece di aggiornare il piano di evacuazione del Vesuvio e di realizzare quello dei Campi Flegrei – denunciano il leader degli ecorottamatori Verdi Francesco Emilio Borrelli e dal capogruppo degli ecologisti al comune di Pozzuoli Paolo Tozzi – Gabrielli ha dato priorità alle esercitazioni nel salernitano sullo tsunami un fenomeno sconosciuto su quei territori da migliaia di anni. Abbiamo deciso per questo di inviare anche noi un esposto alla Corte europea dei diritti umani tramite l’ avv. Pietro Marzano sulla mancata realizzazione del piano d’ emergenza dai Campi Flegrei che è un caso ancora più grave visto che non è stato mai realizzato dalla Protezione Civile Nazionale nonostante risulta siano stati spesi diversi milioni di euro per prepararlo. La vicenda è ancora più scandalosa se si pensa che sia il Vesuvio che la caldera dei Campi Flegrei sono considerati tra i vulcani più pericolosi al mondo mentre non risulta nessuna emergenza tsunami nel salernitano. Anche per questo vogliamo che la Protezione Civile nazionale renda noto quanto è stato speso per questa esercitazione e perchè non si è data priorità alle vere emergenze vulcaniche della Campania che sono quella del Vesuvio e dei Campi Flegrei che in caso di emergenza troverebbero le popolazioni locale impreparate e prive delle via di fuga”.