Alla mostra l’autore ha affiancato momenti di teatro, con la toccante e intensa recitazione del brano “I Ramai di Via Garibaldi” da parte di Mario Paparo, attore della scuola di Teatro Padre Gregorio Rocco diretta da Carmine Giordano, e di musica con un recital di canzoni classiche napoletane del cantante Nino Alligrande. Numerosi gli attestati di stima, rilasciati nella due giorni anastasiana, per l’originalità dei temi trattati nelle sue opere e per la tecnica utilizzata: disegni originali vengono trasferiti direttamente sulla lamina di rame e plasmati battendoli e dandogli spessore con i tipici martelli di “ramaio”; alla fine il tutto viene “colorato” con un sapiente uso del fuoco nei punti e nei tratti da evidenziare, che danno tipicità ed unicità all’opera conclusa. L’impressione che ne deriva è che il rame, unico materiale utilizzato per i soggetti dei quadri, sia stato davvero dipinto con colori vivaci e luminosi.
“La mostra ha interessato e stupito i tanti intervenuti alla due giorni anastasiana per l’originalità dei temi trattati – dice Michele Granata – e, mentre ringrazio il sindaco Carmine Esposito per la sensibilità dimostrata, invito tutti alla replica della mostra presso la Galleria Feltrinelli a Pomigliano d’Arco – alle ore 18,00 del 01 novembre prossimo – cui ha assicurato la presenza il vice presidente della Camera dei Deputati l’ On. Luigi Di Maio”.
“Una tecnica originale la sua, affinata nel tempo, che ha permesso a quest’artista di rivitalizzare e riproporre il rame in un genere artistico dalle molteplici possibilità espressive. Quello messo in scena – dice Daniele Abete – è un microcosmo abitato da figure zoomorfe, santi, arcangeli, re, regine e simboli tipici della cultura partenopea, riproposti in una chiave particolare, ripensati e rielaborati sotto la spinta di una fervida immaginazione, che carica gli oggetti di ricordi e di valori simbolici. Le sue opere spaziano dagli Arcangeli al Monte Somma, uno dei luoghi più noti del paesaggio partenopeo e poi ci immergono in un mondo personale e disincantato, che l’artista ci consente di attraversare, quasi in groppa ai suoi fieri cavalli, in un viaggio immaginario, anche tra campi di grano o di girasoli o fra i cipressi”.