Si è concluso, non senza polemiche, il congresso cittadino del Partito Democratico. Il nuovo segretario è Franca Rossi, medico in pensione, espressione della vecchia Margherita e pupilla di Savatore Piccolo. Nel direttivo, Gabriella Fraccola, Massimo Trignano, Grieco Giuseppe,Mastellone Anna, D’Urso Ferdinando, Evangelista Claudia, Capozzi Rossella, Guida Filomena, Fiore Antonio e Nunzio Ottaviano. Un direttivo non proprio espressione del rinnovamento, come promesso da Amalia Durazzo, da anni in lotta con gli ex rappresentanti del pd locale e portabandiera del nuovo congresso. Il rinnovamento non c’è stato anzi sembra un arretramento l’elezione della dott. Rossi, che aveva precipitato il partito in una sorta di immobilismo già qualche anno fa, quando fu nominata reggente dopo le dimissioni del segretario Morelli.
Adesso la dottoressa ci riprova in condizioni di estrema difficoltà, tra le macerie del centrosinistra precipitato al 20% alle comunali per opera del sindaco eletto Gennaro Cinque. La segretaria deve rimettere insieme i cocci dei disastri elettorali e della litigiosità infinita all’interno del partito che al momento è ancora spaccato. Molti ex iscritti si sono allontanati, non hanno partecipato al congresso per protesta e difficilmente questo direttivo riuscirà a ricostruire un partito sfaldato e frammentario. La dottoressa conta, insieme alla factotum Amalia Durazzo, di agire pescando da altri fronti del centrosinistra. E’ infatti nelle intenzioni dell’attuale direttivo un riavvicinamento al MPV di Aldo Starace, dal quale già sono migrati alcuni rappresentanti, come Nunzio Ottaviano che ha preso posto nel direttivo. Il pd negli ultimi anni era stato molto critico nei confronti del gruppo di Aldo Starace il quale era ritenuto molto debole ed evasivo, persino consociativo, nell’affrontare alcune questioni, tra cui quelle legate all’ex Cinema Aequa e alla gestione della SS. Trinità e Paradiso. I contrasti principali dei dissidenti che non hanno partecipato al congresso nascevano proprio dalla enorme distanza politica che si era frapposta tra gli obiettivi del partito, impegnato in una vera opposizione sul territorio e le reprimende all’acqua di rose che i consiglieri del MPV declamano dai banchi del Consiglio Comunale.
Si presume che le incongruenze politiche non siano oggetto di discussione da parte di Franca Rossi e del nuovo direttivo ed è persino ipotizzabile che i consiglieri del MPV si trasferiscano nelle fila del pd cittadino. In questo caso non è chiaro che fine farebbe il vecchio progetto di Aldo Starace né in che termini la transumanza si tradurrebbe in consenso elettorale. Perso ormai il carisma della prima ora sui giovani sui quali l’avv. Starace aveva puntato, resta quasi tutta la vecchia nomenclatura politica che non è stata capace di raccogliere attorno a sé nuove energie e nuovi consensi. Il pd oggi rischia infatti di diventare solo la nuova sede del MPV nella quale continueranno a ritrovarsi sempre le stesse persone che si spostano da una sigla politica all’altra. In questo panorama, quello che salta agli occhi è l’assoluta mancanza di un progetto politico capace di sfondare il muro di resistenza che gli elettori hanno alzato nei confronti del centrosinistra, rimanendo saldamente ancorati a un centrodestra tuttora agli apici del consenso.
Maria D’Ordia