“Pomì” specula sulla Terra dei Fuochi

pomì“A detenere il primato di zona maggiormente contaminata, in tutta Italia, è proprio la pianura Padano-Veneta, soprattutto a causa delle caratteristiche idrogeologiche dell’area e del suo intenso utilizzo agricolo” denunciano il leader degli ecorottamatori Verdi Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli della radiazza.

Questo secondo il Rapporto Nazionale delle Acque 2013 stilato dall’Ispra, che analizza l’evoluzione della contaminazione e dell’inquinamento idrico sulla base di dati raccolti a partire dal 2003 testimonia un aumento della frequenza dei pesticidi: sono stati rinvenuti residui nel 55,1 percento dei punti di campionamento delle acque superficiali e nel 28,2 dei punti in quelle sotterranee. «Fino a 23 sostanze diverse in un solo campione – denuncia l’Ispra – esiste la possibilità che il rischio derivante dall’esposizione ai pesticidi sia attualmente sottostimato e si impone una particolare cautela anche verso i livelli di contaminazione più bassi».

“Visti questi dati – continuano Borrelli e Simioli – bisognerebbe controllare e verificare attentamente tutte le coltivazioni che vengono effettuate in pianura padana a partire da quelle della Pomì che ha orchestrato a nostro avviso una delle peggiori e miserabili speculazioni aziendali della storia italiana verso la Campania ed il sud. Per questo invitiamo i campani e gli italiani a non acquistare più i suoi prodotti. Questa azienda non erita di continuare la sua attività”.

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