Pompei, crollo continuo e scoperta infinita. Questa è la fotografia della città sepolta divisa tra l’empireo dei rinvenimenti e l’inferno di un lento logoramento, tra una good news e l’ennesimo cedimento.
In mattinata, infatti, un custode in servizio a via dell’Abbondanza ha rilevato il distacco di una superficie di circa 5o cm del muro esterno della Casa n. 21 (Insula V, Regio VIII). Si tratta di un manufatto antico ma non affrescato, situato nei pressi dell’orto botanico in cui è stata riprodotta la flora dell’antica Pompei. Proprio le erbacce rigogliose, tuttavia, infiltrate nelle crepe delle mura romane, potrebbero essere all’origine del cedimento odierno. L’autunno mite ha lesinato le piogge, da sempre additate come causa prima dello sfarinamento progressivo del patrimonio archeologico vesuviano.
Quasi a voler compensare l’ulteriore sbriciolamento della città sepolta, nello stesso giorno si è registrato il ritrovamento di un’antica anfora. La scoperta è avvenuta nella Casa dell’Ancora, interessata da un restauro finanziato con i fondi ordinari della Soprintendenza. A esaminare il reperto, utilizzato dai Pompeiani di un tempo per la raccolta delle acque piovane, la Soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro e la direttrice Grete Stefani, che hanno condotto un sopralluogo per valutare l’entità del ritrovamento.
Intanto, molti nodi arrivano al pettine. Dovrebbe essere ormai prossima la nomina del direttore generale incaricato, in base al decreto Valore Cultura, della gestione del Progetto Pompei. Quest’ultimo, del resto, cofinanziato dall’UE per 105 milioni di euro, scade nel 2015 e gli appalti procedono a rilento. Ma lo stesso 2013 rappresenta una scadenza importante per la Soprintendenza. Entro dicembre, infatti, la SAP dovrà consegnare all’UNESCO il piano di gestione del sito. A breve, quindi, sapremo se Pompei è ancora patrimonio dell’umanità o è destinata alla black list dei siti a rischio. Quello che è certo, purtroppo, è che la città sepolta rischia di trasformarsi in una città invisibile.
Claudia Malafronte