Trecase ricorda i suoi figli caduti nel Primo Conflitto Mondiale

trecase“Fratelli”:«parola tremante/ nella notte/ Foglia appena nata»[…] «involontaria rivolta dell’uomo presente /alla sua fragilità». Così il poeta ermetico Giuseppe Ungaretti da «Mariano il 15 luglio 1916» innalzava il proprio grido di disperazione per la guerra in atto e all’unisono di solidarietà ed unione con coloro che al suo pari vivevano il cotanto orrore e scempio. La guerra di per sé, in quanto tale, è sempre una sconfitta umana, psicologica, materiale.

Trascorrono gli anni ma il ricordo di quel che fu a causa dei due conflitti bellici è sempre vivo.

Pertanto, bisogna parlare ai giovani e ai bambini affinché si conosca la storia del proprio paese; suscitare il senso civico e di appartenenza cittadina, risvegliare la coscienza di ciò che è stato e di quel che non c’è e perpetuare nei secoli la memoria storica.

Trecase, allora, ricorda le sue vittime innocenti, che nel corso del Primo Conflitto sono andati incontro al “destino fatal”. Era il 4 novembre 1918 quando, in seguito all’armistizio di Villa Giusti, le forze nemiche decidono la ritirata, ponendo con la loro resa, fine ad una guerra cruenta e dilaniante, che ha sparso sangue e distruzione  non solo fisica.

Promosso dalla G.S.D. “U. Granato” presieduta da Giuseppe Solimeno e dal Comune di Trecase rappresentato dal Commissario prefettizio Massimo De Stefano, si è svolta nella giornata di venerdì 8 novembre la celebrazione di commemorazione, presso la Parrocchia Santa Maria delle Grazie e di San Gennaro, alla presenza di numerose Autorità politiche e Militari e della cittadinanza, con la speranza che la pace regni sovrana nel mondo e «che le tristi vicende di guerra aiutino anche noi, a percepire l’inconsistenza di tanti comportamenti, ambizioni, stili di vita» e che fioriscano buoni sentimenti di generosità, fratellanza, amore, unione e solidarietà, che sono base per affrontare nel modo migliore le sfide del presente e di costruzione per il futuro. Coloro che hanno trovato la morte al fronte sono eroi che per amore della propria patria non hanno esitato a combattere mettendo a repentaglio la propria vita. In una società in cui materialismo e superfluo dominano incontrastati, ci si dimentica della virtù eroica e in special modo che si è eroi  sempre, nei piccoli gesti quotidiani.

Le poesie e i pensieri che gli alunni delle scuole primarie e secondaria di primo grado di Trecase hanno rivolto sono un inno di libertà e di coraggio, come la stessa canzone “Vecchio Scarpone” da essi interpretata.

Commozione allorché, dopo la benedizione della Corona di alloro da parte del Parroco della Chiesa Madre, don Aniello Gargiulo, tra uno sventolio di bandiere tricolori ci si è diretti al vicino monumento ai caduti in piazza San Gennaro. Uniti, grandi e piccoli, tutti «Fratelli d’Italia», hanno assistito alla deposizione della suddetta corona, in ricordo dei loro “fratelli” che «sulle sponde dell’ Isonzo, sulle pietraie del Carso/ sanguinante/» hanno colto «la Corona del Martirio e della Gloria». È così che Trecase ha voluto rendere omaggio a chi è «Martire del Dovere», ossia ha ricevuto una degna sepoltura e  chi, al contrario, è «Vinto nel ricordo», proprio come esplicita la stessa Colonna del Monumento.

 Fiorina Izzo

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