“Quei cori negli stadi sono offensivi e razzisti, le società sono responsabili e per questo abbiamo già presentato le prime 8 citazioni in giudizio contro la Juventus”.
Dopo la partita di domenica sera, l’associazione di tutela del consumatore, Dimensione Civica, ha già raccolto le lamentele di 8 tifosi presenti allo Juventus Stadium di Torino durante la partita Juventus-Napoli e rimasti “indignati dai cori razzisti urlati dai tifosi bianconeri all’indirizzo dei napoletani, cori che inneggiavano ad un’eruzione del Vesuvio e al colera”.
“È una situazione molto grave – dichiara Terenzio Morgone, coordinatore dell’associazione Dimensione Civica – perché i tifosi napoletani vengono discriminati continuamente, offesi senza motivi di “rivalità sportiva” in tutti gli stadi d’Italia. Proprio in questi giorni si è parlato di razzismo, di discriminazione territoriale, e pertanto nell’episodio di domenica la società ospitante doveva comportarsi in modo diverso da quello effettivamente fatto. Abbiamo già ricevuto diverse segnalazioni da tifosi napoletani presenti allo stadio ed abbiamo deciso di agire nelle sedi opportune per tutelare al meglio i diritti dei cittadini napoletani”.
“Abbiamo citato in giudizio la Juventus – afferma l’avvocato Vincenzo Gentile, responsabile dell’area legale dell’associazione Dimensione Civica – in quanto la società torinese è responsabile direttamente per questo atteggiamento disumano da parte dei propri sostenitori. Infatti – continua l’avvocato Gentile – è stato leso il decoro di tutti i tifosi napoletani presenti allo Juventus Stadium, con cori che non c’entrano nulla con il calcio. Ci sono già dei precedenti giuridici che danno ragione ai tifosi che vengono bersagliati da cori beceri da parte di tifosi in uno stadio, ed è palese che la Juventus non ha affatto tutelato i tifosi del Napoli, i napoletani presenti e la città di Napoli. E questo discorso – conclude il responsabile dell’area legale dell’associazione Dimensione Civica – vale anche per le altre partite e le altre società ospitanti”.
