Tredici pozzi irrigui e 15 fondi agricoli sono stati sequestrati a Caivano dal corpo forestale dello Stato nell’ambito di un’indagine coordinata dalla quinta sezione reati ambientali della Procura di Napoli. A seguito delle analisi effettuate sui campioni di acqua prelevati dai pozzi, è emerso che l’acqua degli stessi presenta un superamento dei limiti di concentrazione soglia di contaminazione delle acque sotterranee, con riferimento alle seguenti sostanze: manganese, fino a 20 volte il limite normativo, fluoruri, oltre il doppio, solfati, arsenico (oltre il doppio), triclorometano (oltre 100 volte), tutte sostanze tossiche e nocive per l’ambiente e la salute umana.
Il sequestro preventivo in via d’urgenza si è reso necessario, spiega in una nota il procuratore Nunzio Fragliasso, “al fine di prevenire pericoli per la salute pubblica in quanto sulla maggior parte dei terreni sono presenti colture di cavolfiori, broccoli, verze, finocchi, cicoria e zucchine la cui raccolta era imminente o addirittura in atto”. La restante parte dei terreni era pronta per essere seminata a spinaci o per la coltivazione di prodotti ortofrutticoli comunque destinati all’alimentazione umana.
“Grazie all’encomiabile lavoro della Procura e del Comandante Sergio Costa e dei suoi uomini, si è scritto un altro capitolo della Cernobyl campana”. Così Rossella Muroni e Michele Buonomo, rispettivamente direttore nazionale e presidente regionale di Legambiente, commentano il sequestro preventivo d’urgenza di tredici pozzi irrigui e 15 fondi agricoli nel comune di Caivano, in provincia di Napoli, cuore della cosiddetta ‘Terra dei fuochi’, area flagellata dalla presenza di rifiuti tossici.
“Chissà per quanti anni quei pozzi sono stati utilizzati per irrigare quei terreni e le relative produzioni, con le possibili conseguenze negative sulla salute umana e sulla filiera agroalimentare – continuano i rappresentanti di Legambiente – senza contare i relativi danni per l’economia locale. Una cosa è certa: tra insalate al cadmio, zucchine impazzite, cavoli amari, pomodori alla diossina, frutta al percolato, il pranzo è servito ed i veleni arrivano sulla tavola. Davanti a questi fatti anche le parole rischiano di perdersi nel pozzo delle buone intenzioni e mascherano le responsabilità, le incompetenze e le complicità della politica e delle amministrazioni in tutti questi anni”.
“Chi perseguirà su questa strada – concludono Muroni e Buonomo – chi ancora per una volta assisterà inerme e in silenzio si dovrà assumere in pieno la responsabilità e, prima o poi, dovrà renderne conto alle vittime invisibili sempre più numerose di questo disastro”. In vista della manifestazione del 16 novembre a Napoli, Legambiente, Libera e Fiom, promuopvono un’assemblea pubblica per domani 13 novembre presso il Seminario Vescovile di Aversa durante la quale presenteranno 10 proposte specifiche basate sulla trasparenza dei dati e sulla riconversione del territorio, sulle tutele e i diritti, a partire da quello alla salute.