Pompei: manifestazione di Comitato Cincinnato e commercianti per la Schola Armaturarum

SCHOLA ARMATURARUM - CopiaIl Comitato Cincinnato chiama, Bray risponde. Un segno fausto, l’interessamento del Ministro dei Beni Culturali, per la manifestazione organizzata dal gruppo di Felice Bergamasco e alcuni commercianti del centro. L’evento, in memoria del crollo della Schola Armaturarum, si è tenuto all’esterno del negozio Acanfora di via Lepanto, mentre altri esercenti hanno esposto striscioni che denunciavano l’indifferenza della città a quanto avviene nelle mura romane. A colpire maggiormente le immagini in bianco e nero dell’interno dell’edificio rovinato e il confronto con le macerie cui è ridotto dopo ben tre anni.

L’obiettivo dell’iniziativa, tuttavia, è andare oltre la critica dell’esistente. In cantiere il progetto di una serie di spettacoli per la prossima stagione turistica all’interno dell’Anfiteatro. Unico ostacolo le royalties: “Per le manifestazioni nel sito archeologico bisogna pagare 20mila euro,- afferma Marina Minniti, attivista del Comitato- condizione esosa di cui ho parlato di persona col Ministro dei Beni Culturali.  Nella sua risposta, via mail, Bray sostiene che le regole per l’utilizzo degli spazi negli scavi vanno riviste soprattutto in tema di costi. Tutto è rimandato, però, a causa della riorganizzazione della SAP”.

Non si perde d’animo Felice Bergamasco, da trent’anni esperto del settore: “La novità del nostro progetto è che parte dal basso perchè noi siamo comuni cittadini. A settembre abbiamo chiesto al Comune di intervenire presso la Sovrintendenza per l’organizzazione degli eventi ma non abbiamo ottenuto risposta. Allora abbiamo capito che l’iniziativa deve partire da noi. In ballo ci sono 300milioni di euro che la città potrebbe ricavare trattenendo 48 ore sul territorio i 600mila turisti estranei al circuito dei tour operators. Usando il 5% di questi introiti per la manutenzione degli scavi non sarebbero necessari fondi straordinari e si potrebbero assumere i restauratori, scomparsi dalla Sovrintendenza. Oltre ai mille posti di lavoro creati da un tale giro d’affari. Tocca ai Pompeiani- conclude Bergamasco- riappropriarsi dell’antica Pompei”.

 

Claudia Malafronte

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