Due avvenimenti hanno caratterizzato il giorno del decimo compleanno del criptico “Parco Regionale dei Monti Lattari, dei sentieri, terra protetta tra Amalfi e Sorrento”.
Il primo a Gragnano: alle ore 6.50, nel bosco alle spalle di via Raffaelli, un cacciatore di frodo ha colpito con una scarica di pallini un falco, spezzandogli un’ala. A denunciare l’accaduto Giuseppe Di Massa, presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari “Alfonso M.Di Nola”, che dal suo profilo facebook ha così raccontato il gesto del balordo bracconiere “Sono stati avvertiti la Forestale e la Polizia provinciale, che sono venuti a prelevare il povero uccello ferito. Dalla gravità della ferita è apparso evidente che il falco non volerà mai più. Per lui è finita per sempre la felicità di volare e probabilmente, se aveva un nido, i falchetti moriranno di fame. Mi chiedo: ma che gusto c’è a impallinare un essere vivente?”.
Il secondo a Castellammare: in un roboante comunicato stampa Antonio Marciano, vicecapogruppo del Partito Democratico al Consiglio regionale, ha annunciato lo sblocco di “10 milioni di euro di fondi europei disponibili per la città, che rischiavano di esser persi e che serviranno anche a ripristinare la strada che da Quisisana porta al Monte Faito. Questo era tra i primi obiettivi del PD per combattere lo stato di degrado e di abbandono e rilanciare questo grande patrimonio campano.”.
Questi due episodi sono utili per una costruttiva riflessione. Nel primo evento si evince chiaramente che un cittadino, preoccupato per la natura del territorio, ha chiesto aiuto alle autorità competenti: la Forestale e la Polizia provinciale. Nel secondo caso un politico, preoccupato, ha annunciato una pioggia di soldi pubblici, scavalcando le autorità competenti: l’Ente Parco.
Probabilmente il consigliere Marciano conosce benissimo lo stato di attuale inutilità del Parco Regionale e per questo non lo ha minimamente coinvolto nel magnanimo intervento a tutela del grande patrimonio campano. Eppure proprio la Regione ha stabilito che sia l’Ente Parco il primo attore nella gestione e nella tutela del territorio dei Monti Lattari e quindi del Faito.
Quando questi euro saranno appaltati e i lavori inizieranno, chi vigilerà sulla regolarità degli interventi per tutelare la natura della montagna? La stessa natura che bracconieri, piromani, malavitosi e immancabili ignoranti offendono tutti i giorni. Dovrebbe farlo il Direttore del Parco, ma sappiamo benissimo che l’Ente Parco è solo una scatola vuota e questa figura non esiste.
Allora, spettabile consigliere Marciano se veramente vuole il bene del Faito e dei Monti Lattari, prima di interessarsi ai fondi europei, controlli perché negli ultimi 10 anni in Regione si è fatto di tutto, ovvero niente, per non far funzionare il Parco Regionale. Una volta stabilito questo, si potrà discutere serenamente e seriamente di investimenti, rilancio, e futuro del territorio.
Ferdinando Fontanella
Twitter: @nandofnt