Tanto precisato, rilevo però che nel caso dell’inchiesta sugli appalti all’Asl di Caserta che ha portato all’arresto del consigliere regionale Angelo Polverino e di dirigenti della stessa azienda sanitaria, appaia evidente l’uso, da parte degli inquirenti di due pesi e due misure. Polverino in carcere per aver incontrato Giuseppe Gasparin, gli altri liberi ed indisturbati ancorché i pentiti abbiano descritto, o si siano inventati, con dovizia di particolari, gli incontri conviviali con l’on. Squeglia ed il sindaco Fecondo (incontri dai quali sarebbe scaturita, tra l’altro, la designazione dell’imprenditore Angelo Grillo che è ritenuto dagli stessi inquirenti il protagonista principale di tutta la vicenda dell’Asl casertana, nonché diretta espressione della malavita organizzata).
Avendo premesso che non credo a ciò che non può essere dimostrato, mi domando perché, con indizi di gran lunga inferiori, il consigliere regionale Polverino sia stato tradotto nelle patrie galere e perché abbia dovuto patire il carcere preventivo l’on. Nicola Cosentino allorquando l’ex Sottosegretario è stato vittima delle rivelazioni di pentiti che mai lo hanno incontrato e men che meno hanno banchettato con lui per assumere decisioni politiche e di affari. Tanto anche al fine di evidenziare, ancora una volta, quanto sia necessaria ed urgente la riforma della giustizia, la distinzione delle carriere tra inquirenti e giudicanti e la responsabilità diretta dei magistrati alla luce anche dei comportamenti discrezionali che spesso assumono”. Lo dichiara il sen. Vincenzo D’Anna (Pdl-Fi), vicepresidente della commissione Affari Ue di palazzo Madama.