Ercolano, elezioni: in casa Pd è Strazzullo vs Bonajuto

ercolano comuneAria di sfida a Ercolano in casa del PD. L’attuale sindaco Vincenzo Strazzullo  sarebbe pronto a scendere nuovamente in campo alle ormai prossime amministrative contro Ciro Buonajuto , consigliere comunale in carica primo eletto tra le fila dello stesso partito e figura carismatica osannata dai giovanissimi. In questa atmosfera da Strazzullo vs Buonajuto potrebbero a breve non mancare cambi di fronte clamorosi, accordi sotto banco e larghe “intese” soprattutto tra le fila degli strazzulliani doc ultimamente  chiamati a raccolta dal proprio leader.  Due professionisti , Strazzullo e Buonajuto, divisi da generazioni e da un diverso modo di intendere la politica.

Attendista  sino all’estremo Strazzullo riformatore e interventista Buonajuto: giovane ma già affermata toga Buonajuto incarna tradizioni politiche familiari di prim’ordine che anni addietro portarono lo zio Antonio , vittima di un vile agguato di camorra, alla guida della cittadina vesuviana. Sin dall’ingresso in politica Buonajuto , renziano della prim’ora, ha dialogato con i giovani nelle scuole, nelle associazioni rimarcando la necessità di investire sulla new generation ercolanese intesa come fondamenta per una Ercolano che sappia conciliare l’elemento classico insito nell’origine stessa del territorio con il sano e imprescindibile progresso che non deve trovare il paese impreparato.

 

Al di là di depistaggi abilmente messi in essere per confondere le idee e vaneggiamenti in merito ad altri candidati eccellenti è questo il “big match ” da cui scaturirà il prossimo sindaco di Ercolano. In politica si sa  tutto è possibile , tutto può mutare all’ultimo secondo : ma questa volta  l’esasperazione dei residenti, la “fame” patita a causa della spaventosa recessione economica in atto non lascia molto spazio alla fantasia e ai penosi tentativi di permanere nel palazzo di città a mezzo sotterfugi last minute. La gente onesta di Ercolano si augura che la trasparenza e il buon senso abbiano finalmente la meglio su un modo obsoleto e sufficiente  di gestire la politica indigena  già costato alla città negli anni un prezzo altissimo.

Alfonso Maria Liguori

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