Il Tar del Lazio ha confermato lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche del comune di Gragnano ed ha anche reso note le motivazioni. Secondo i giudici il clan Di Martino influenzò le elezioni amministrative del 2009 a favore del candidato Sindaco Annarita Patriarca.
La conferma arriva dopo lo scioglimento dell’ amministrazione nel marzo 2012.
Per i giudici le ingerenze della criminalità nel comune erano evidenti a partire dai brogli elettorali che portarono all’ arresto in flagranza di due persone ed alla successiva condanna dell’ ex presidente del consiglio comunale Giuseppe Coticelli individuato come beneficiario del raggiro. Per non parlare delle irregolarità amministrative che favorirono direttamente o indirettamente proprio il clan Di Martino, la gestione discutibile di alcuni appalti fino al mancato contrasto dell’ abusivismo edilizio”.
Particolare invece è la vicenda del comune di Torre Annunziata. Il sindaco Giosuè Starita ha ricevuto la notizia dal Prefetto di Napoli Francesco Musolino del decreto firmato dal ministro degli Interni Angelino Alfano (che gli verrà notificato a mezzo posta), che di fatto archivia il caso aperto con l’insediamento della Commissione d’Accesso a Palazzo Criscuolo. E questo nonostante il parere favorevole allo scioglimento da parte dei tre commissari Raffaele Sirico, viceprefetto in servizio presso la Prefettura di Ravenna, l’architetto Antonio Bruno, funzionario del Provveditorato alle Opere Pubbliche della Campania, e Rossella Zingaro, dirigente del Commissariato di polizia oplontino.
“L’ accusa – ha detto Francesco Borrelli – era molto grave: infiltrazione della camorra all’interno delle Istituzioni. Quattro mesi di indagini della Commissione d’Accesso, iniziate il 2 aprile scorso, con una relazione finale di circa 500 pagine. Eppure nonostante ciò si è deciso di non sciogliere e commissariare il comune. Una vicenda strana e particolare che non ha precedenti a nostra memoria”.