Pasquale Rubicondo, di 55 anni, proprietario di una trattoria, è l’uomo che ha ucciso ieri sera Luigi Belviso, di 48 anni, ferendo il figlio ventenne, Francesco, al culmine di una lite per una somma di denaro che l’omicida doveva alla moglie di Belviso, assunta come badante.
Da subito gli inquirenti, guidati dal primo dirigente Pasquale De Lorenzo, avevano ridimensionato la pista di camorra, ma a terra restavano due persone dal cognome pesante e un’azione che poteva far pensare ad una vendetta trasversale.
Una persona ormai in fin di vita, giunta poi morta in ospedale, ed un giovane con due colpi all’addome, padre e figlio. Questo l’epilogo di quella che ai più era sembrato un incontro tra conoscenti con una discussione animata. In tanti erano nei pressi del vicino supermercato ed in tanti avevano notato le tre persone che sembravano in procinto di venire alle mani.
La vittima, Luigi Belviso di 48 anni era lo zio di Salvatore Belviso, uomo dei D’Alessandro e tra gli artefici dell’uccisione del consigliere comunale Pd, Luigi Tommasino. Salvatore Belviso, da novembre 2011 è poi diventato collaboratore di giustizia e le sue dichiarazioni sono state fondamentali per l’inchiesta Tommasino.
A rimanere a terra accanto al padre ormai colpito a morte da almeno due colpi, Francesco Belviso, ventenne incensurato, ferito all’addome da un proiettile poi fuoriuscito da un gluteo.
Subito sono partite le indagini della polizia, ma in serata a costituirsi spontaneamente è Pasquale Rubicondo che giunto in commissariato ha subito dichiarato: «Sono io la persona che state cercando».
I fatti erano cominciati nel tardo pomeriggio, quando, approfittando anche di una tregua concessa dagli acquazzoni che erano caduti sulla città per quasi tutta la giornata, Luigi Belviso, accompagnato dal figlio Francesco, si reca ad un appuntamento in via Virgilio, angolo via Carrese. Proprio in quel luogo, centro cittadino sfequentatissimo dagli stabiesi, incontrano Rubicondo, marito della donna che ha lavorato come badante in casa Belviso. Motivo dell’incontro un pagamento per le prestazioni della donna mai saldate con la cifra pattuita. Da parte dei Belviso sembrerebbe non vi fosse stato alcun accenno a saldare, almeno in parte, la cifra.
Pochi minuti e poi tre distinti colpi di arma da fuoco, urla e trambusto animano la strada. Il fuggi fuggi dei presenti ed i corpi dei due uomini a terra. Rubicondo era armato di una calibro 7,65 e spara. A terra la scientifica recupera, infatti, tre bossoli e anche due ogive.
Con le prime testimonianze è stata esclusa la pista di camorra e l’eventuale vendetta trasversale e ad essere incaricata, è stata la dottoressa Sorvillo della procura di Torre Annunziata e non della Dda.