Pompei, Vigili del Fuoco: “Stiamo lavorando per i familiari di Nunzia ed Anna”

ritrovamentoSi riprenderà domattina. Da Roma gli specialisti partiranno alle 4,00 e raggiungeranno Pompei dopo aver scaricato tutti i dati dal computer dell’ecoscandaglio usato nella giornata di oggi.

FURGONEUn lavoro durissimo che ha visto gli uomini in rosso dare tutto per ritrovare Nunzia ed Anna, le due donne che sembrano svanite nel nulla, nell’opacità dell’acqua di questo fiume che da sempre accompagna le giornate dei pompeiani, specialmente di quelli della periferia sud e del quale solo oggi sembra accorgersi. Tutti si soffermano a notare la violenza della corrente che negli ultimi due giorni lo ha caratterizzato, tutti sembrano accorgersi solo oggi dei tanti rifiuti abbandonati sulle sue rive, tutti, solo oggi si sono accorti che le barriere che ne delimitano gli argini in troppi punti sono rotte, piegate, inesistenti.

Nel corso del pomeriggio, mentre eravamo al fianco dei tanti che si stavano prodigando nelle ricerche per documentare ai nostri lettori quanto sta accadendo, abbiamo avuto occasione di scambiare qualche battuta con gli uomini dei Vigili del Fuoco e della Guardia Costiera.

“Purtroppo la corrente è estremamente violenta. Stiamo lottando da questa mattina contro questo fiume gonfio d’acqua che non ci rende per nulla facile il lavoro. Esclusa la possibilità di immergerci, praticamente la visibilità è zero, abbiamo cominciato ad operare con questa macchina molto sofisticata che tenuta nell’acqua riesce a disegnare, come se fosse una ecografia, il letto del fiume e quindi ad individuare tutte le forme, gli oggetti e quanto è posato sul fondo”. Lo stesso pompiere poi ci confida che in più occasioni sono stati tratti in inganno da oggetti, spesso rifiuti, che ad un’analisi più dettagliata si sono rivelati per quello che erano.

SUB“Siamo estremamente demoralizzati – ha aggiunto il Vigile del Fuoco – perchè ce la stiamo mettendo tutta, ma i risultati non vengono. Speravamo di rinvenire l’auto nell’arco di un centinaio di metri dal luogo della caduta nel fiume. Stiamo lavorando per i familiari di Nunzia ed Anna, per dare dignità alle vittime di questa tragedia e per dare il giusto rispetto per chi in queste ore sta soffrendo. Quando si tratta di salvare una vita siamo sempre pronti a rischiare la nostra, ma in questo caso purtroppo i fatti sono fin troppo chiari e quindi è inutile rischiare anche la vita di un operatore per accelerare le ricerche”.

Infatti in immersione, in queste condizioni di visibilità e di piena, un uomo in acqua è estremamente vulnerabile. Sotto il pelo dell’acqua gli esperti che stanno lavorando sul campo, ci assicurano che la corrente è ancora maggiore e gli oggetti trasportati da essa possono essere veramente letali per un uomo.

“La forza dell’acqua è veramente impressionante – continua il Pompiere – tanto da dover essere in due a sorreggere piccola macchina che stiamo usando per scandagliare il fondale per non rischiare di vedercela scippare dalla corrente. stiamo operando secondo le procedure e non stiamo tralasciando nulla per ottenere il risultato che tutti aspettano”.

In mattinata, tra l’altro, i sub si sono immersi anche in altri punti del Sarno, verso la foce. “Nelle immersioni effettuate – continua il nostro interlocutore – non abbiamo riportato risultati positivi pur avendo provato a sondare le aree che avevamo individuato come le più probabili per un eventuale incagliamento della Panda sparita nelle acque del fiume. Nel corso dell’immersione ci siamo anche accorti che la rete che era alla foce, oggi non c’è più, ma a mio parere il fiume crea troppe anse per far sì che l’auto che stiamo cercando sia finita in mare”.

pompierePresenti lungo il corso del Sarno e pronti ad entrare in azione anche gli uomini della Guardia Costiera ad uno dei quali abbiamo chiesto se in questi casi non ci sia un’altra procedura, magari più proficua, per effettuare le ricerche. La risposta, sicura, ci ha confermato che la procedura è quella giusta e che anche l’uso dell’ecoscandaglio potrebbe dare dei risultati positivi. “Il problema – ci chiarisce il militare – è che la macchina usata potrebbe essere ingannata anche dalle particolari condizioni del fiume Sarno. Se la vettura si è incagliata sul fondale melmoso, in poche ore, la forte corrente potrebbe aver accumulato intorno ad essa una gran massa di detriti e sabbia tanto da nasconderne i contorni, di conseguenza lo scandaglio non riuscirebbe a vederne i contorni e di conseguenza la vettura potrebbe essere rimasta invisibile agli uomini dei Vigili del Fuoco che stanno operando”.

Per provare altre soluzioni bisognerà attendere che la corrente si calmi e che la piena si sgonfi almeno parzialmente, per il momento si continua a scandagliare il letto del fiume. “Solo se le condizioni lo permetteranno – continua il guardiacosta – entreremo in campo anche noi con i palombari leggeri che ancorati al fondo del fiume con le giuste zavorre potranno operare con una specie di metal detector e provare ad individuare l’utilitaria che al momento sembra essere del tutto scomparsa”.

CANOTTOAncora una notte nell’attesa di una soluzione per questo che sembra l’incubo infinito per una intera città. Una nota per i nostri lettori: sul luogo delle ricerche mancano tanto gli amministratori, quelli che “contano”, ma soprattutto manca la chiesa di Pompei e non significa proprio nulla che la zona fa parte della diocesi di Castellammare di Stabia.

Le ultime parole sono state quelle del responsabile delle operazioni di ricerca nel salutare tutti gli operatori dell’informazione: “Ci vediamo domani, siamo molto vicini alla soluzione”.

Gennaro Cirillo

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