Scavi di Stabiae, Premio Libero D’Orsi 2013: francamente, mi viene da ridere

scavi stabiaIl prossimo 2 dicembre, nella Sala convegni della Banca Stabiese sul lungomare di Castellammare di Stabia, avrà luogo la seconda edizione del premio “Libero D’Orsi”, riconoscimento culturale a personalità distintesi per la tutela e la valorizzazione del sito archeologico di Stabiae.

Quest’anno il premio verrà assegnato alla studiosa brasiliana Maricì M. Magalhaes. Francamente, mi viene da ridere. Una risata amara che cela a fatica una certa indignazione. Ma non voglio mettervi a parte del mio risentimento. É più utile analizzare questo premio per quello che è realmente: inutile.

Un’inutilità che nasce soprattutto dal fatto che non esiste, e da più di mezzo secolo, un’archeologia stabiana.

Fatto salvo della buonanima di Libero D’Orsi, che come un ossesso salvò le ville dalla distruzione e dal cemento, il trattamento riservato agli scavi dell’antica Stabiae è stato quello, né più né meno, della commiserazione.

Qualche intervento di manutenzione, qualche restauro. Giusto per evitare che le favolose architetture di un tempo non implodessero su se stesse. Ma abbiamo mai assistito alla promozione turistica delle ville di Varano? Abbiamo mai avuto la possibilità di vederle trasformate in un catalizzatore di ricchezza e sviluppo? Varano, ad oggi, è un’espressione geografica. Una realtà fantasma conosciuta solo dagli addetti ai lavori o da sparuti gruppi di turisti.

Francamente, mi viene da ridere. Il motivo di questa nuova risata riguarda il profilo dei premiati. L’anno scorso, immaginate un po’, ad essere insignita fu nientemeno che l’attuale soprintendente di Pompei – scusatemi ma di chiamarla archeologa proprio non mi viene – Teresa Elena Cinquantaquattro. Ora quali meriti abbia avuto questa signora per entrare nell’ambito dell’archeologia stabiana, non è dato sapere. Del resto, la sua stessa attività scientifica non lambisce mai – e dico mai – l’archeologia stabiana. Dal canto suo, la professoressa Magalhaes, che quest’anno ritirerà il premio, dovrebbe trovarsi invece dall’altra parte a mio modesto avviso.

Non tanto a ritirare un riconoscimento, quanto a ringraziare all’infinito l’antica Stabiae, che le ha permesso, da giovane ricercatrice dalle belle speranze, di assurgere alla guida del Dipartimento delle Antichità dell’Università di Rio de Janeiro. Circa la sua attività di ricerca, non credo sia questa la sede più opportuna per soffermarsi. Ricordo solo che la suddetta Magalhaes ha ancora in sospeso un mastodontico lavoro sull’antica città di Nuceria, che a dieci anni dalla sua conclusione non ha ancora visto la luce.

Francamente, mi viene da ridere. In questo caso, in realtà, da piangere nel vedere a cosa si è ridotto il Comitato per gli Scavi di Stabia: un organo autoreferenziale che da decenni non svolge più alcuna attività, tanto istituzionale quanto scientifica; una scatola asettica e completamente ingessata. Libero D’Orsi rimarrebbe inorridito dall’involuzione subita dalla creatura da lui stesso voluta. Ma ho l’impressione che i componenti attuali del Comitato nemmeno se ne rendano conto. Spia ne è questo premio fasullo da loro voluto e che non onora né il glorioso passato della città di Castellamare di Stabia né la memoria del compianto Libero D’Orsi.

Insomma, mentre Stabiae cade nel dimenticatoio si pensa ai premi. In fondo, giusto per rimanere in tema di antichità romane, un po’ come Nerone che suonava la lira con Roma in preda alle fiamme.

Angelo Mascolo

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