Una traccia ritrovata e l’appartenenza tutta ancora da verificare. Ieri nel corso delle ricerche, la Guardia Costiera ha tovato un indumento impigliato fra le canne.
Si tratta di uno smanicato trapuntato di colore marrone rinvenuto all’altezza della foce del fiume Sarno. Un elemento, tuttora in possesso dei soccorritori.
Questo è quanto ci è stato riferito da alcune fonti molto vicine alle squadre di soccorso. Non v’è certezza alcuna, almeno per il momento, che lo smanicato appartenga alla signora Nunzia Cascone.
Infatti nessun riconoscimento da parte dei parenti è stato ancora effettuato, almeno fino alle ore 9.00 di stamane. Dunque il condizionale è d’obbligo.
Le ispezioni comunque continuano in lungo e in largo per ritrovare il corpo disperso di Nunzia Cascone. E le unità di soccorso si sono disposte secondo uno schema preciso.
I Vigili del Fuoco scandagliano il Sarno dal ponte posto a pochi metri dalla rotatoria dell’impatto fino a quello dell’autostrada di via Ripuaria.
Il tratto del Sarno successivo a questo limite è invece competenza della Guardia Costiera, proprio fino alla foce.
Una distinzione netta per ottimizzare le ricerche e non disperdere energie.
E proprio nelle ore in cui incalzano le voci su presunte colpe e responsabilità da accertare, emerge un racconto che lascia l’amaro in bocca. A riferircelo sono fonti vicine agli ambienti della Polizia Municipale locale.
E’ una storia che parla di un incidente avvenuto all’inizio 2013 all’altezza della medesima rotatoria, proprio nel punto preciso dove hanno impattato Nunzia Cascone e Anna Ruggirello.
Un sinistro per il quale i Vigili Urbani, oltre a verbalizzare secondo la prassi usuale, avrebbero stilato anche una relazione che segnalava la cattiva manutenzione del parapetto del fiume in quel tratto.
“All’inizio del 2013 ci fu un incidente proprio all’altezza del punto preciso dove sono state impattate Nunzia e Anna. Ad essere conivolte nel sinistro furono una Alfa Romeo modello Giulietta e una Fiat modello Punto. In quella circostanza e, come sempre facciamo, verbalizzammo tutto. Stilammo persino una relazione integrativa che segnalava il pericolo del parapetto fortemente danneggiato, lo stesso che non è riuscito a impedire la caduta nelle acque della Fiat Panda di Nunzia e Anna. Sarebbe intressante capire la relazione in quale cassetto del Comune di Pompei si è insabbiata. Ne abbiamo perso le tracce.”
Rivelazioni che mettono un punto fermo al discorso sulle responsabilità.
Anche se i parapetti in quel tratto di strada rientrassero nel circuito della manutenzione provinciale, comunque il Comune di Pompei avrebbe dovuto segnalarne la situazione di rischio alle autorità di riferimento. E sempre l’ente comunale avrebbe potuto provvedere, in via provvisoria, alla messa in sicurezza dei punti critici, in attesa poi che la provincia facesse il resto.
Questo è quanto ci è stato ben illustrato. In ogni caso il Comune è stato omissivo in qualcosa. Poco solerte, fosse anche solo nella non segnalazione.
E a pagarne il prezzo, le povere Nunzia ed Anna. madre e figlia che hanno trovato la morte nelle acque del Sarno, maledetto Sarno!
Marianna Di Paolo