Facce segnate dal dolore e una mattinata segnata da un tempo grigio, triste come tutti coloro accorsi a dare l’ultimo saluto alla povera Anna Ruggirello morta nello straziante incidente che, ormai dieci giorni fa, ha visto proprio la giovane pompeiana e sua mamma, Annunziata Cascone, vittime del destino e della mala gestione della sicurezza stradale.
Una folla inattesa ha gremito la strada e la piccola piazzetta di Messigno, frazione a sud di Pompei. Giovani, anziani, mamme e padri scossi, quasi tramortiti da quanto accaduto e dalle immagini che scorrevano sotto i loro occhi. Un funerale, una bara bianca per una giovane ventenne che avrebbe dovuto avere un altro futuro. Una vita intera che si è spenta giovedì mattina dopo il violento impatto con la Punto che, speronando la Panda delle due donne, innescava la tragica carambola che vedeva l’utilitaria delle due donne saltare nelle acque del Sarno e scomparire nel nulla per troppi giorni.
Mentre la funzione religiosa era in pieno svolgimento, sul “fiume” i Vigili del Fuoco continuavano le ricerche del corpo, ancora disperso, di mamma Nunzia che le acque non hanno ancora restituito.
Commozione dicevamo, pianti e occhi lucidi e rossi, soprattutto quelli dei tantissimi giovani, dei tantissimi coetanei ed amici di Anna.
Alle dieci cominciava la funzione, pochi istanti prima giungeva il sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio accompagnato dal presidente del consiglio, Ciro Serrapica. Qualche mugugno tra la folla ed un sindaco senza fascia tricolore, in forma privata, come era stato espressamente richiesto dalla famiglia e come il buon senso aveva consigliato, stando anche alle aspre proteste di appena ventiquattro ore prima in consiglio comunale.
All’uscita del feretro dalla chiesa dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, dopo la funzione concelebrata dal parroco don Modestino e da altri tre preti delle parrocchie limitrofi, un silenzioso volo di palloncini bianchi e tanti tantissimi fiori.
Il corteo si allontanava in direzione Pompei, dopo qualche minuto anche il sindaco ed il presidente del consiglio si allontanavano, ma la speranza di non dare nell’occhio veniva vanificata da una voce di donna: “Signor sindaco… buongiorno!”. Un saluto polemico che però non ha avuto seguito principalmente per rispetto al dolore dei familiari e per rispetto ai poveri resti di Anna Ruggirello.
Per i più la morte delle due donne è da imputare certamente al fato, al destino, ma soprattutto all’incuria e alla gestione superficiale delle criticità urbanistiche che assillano la cittadina mariana. Di chi la responsabilità di un incrocio realizzato frettolosamente con il risultato di un oggettivo innalzamento della pericolosità stradale di via Ripuaria? Di chi la colpa di una ringhiera metallica che avrebbe dovuto frenare l’impatto dell’utilitaria di Nunzia e Anna e che invece è venuta giù come burro perchè ormai dissaldata e sganciata dal parapetto del ponte da circa un anno?
Qualcuno ci ha riferito che solo pochi mesi fa degli operai avevano provato a raddrizzarla quella barriera. Una mattina l’avevano agganciata con un Ape Piaggio e con delle corde avevano provato a rimetterla su. Il risultato? La finta barriera che provava a dare meschina mostra di sè apparentemente dritta, ma pronta, come purtroppo è stata, ad andare già al primo impatto, per violento che sia stato.
Il corteo funebre si è snodato lungo proprio via Ripuaria e si è fermato proprio sul luogo del ritrovamento dell’auto. Una corona di fiori bianchi è stato posata sulle acque del Sarno con l’ausilio degli uomini dei Vigili del Fuoco. Un applauso e un lancio di fiori da parte dei giovani amici di Anna che si sono stretti intorno a Matteo, affranto, e come potrebbe essere diversamente, per la straziante perdita di Mamma e sorella. Un lancio di fiori bianchi che ha voluto salutare anche Nunzia e che ha lasciato l’amaro in bocca a tanti per una tragedia che doveva essere evitata.
Gennaro Cirillo