Si è conclusa presso l’Univerità degli studi di Salerno per la due giorni intitolata “Faites vos jeux! Gioco pubblico e società contemporanea: storia, implicazioni, prospettive” promossa dall’Osservatorio internazionale sul gioco e dall’Università di Salerno (dipartimento di Scienze politiche, sociali e della comunicazione). La manifestazione ha visto coinvolti studiosi ed operatori dell’Ordine degli assistenti sociali della Campania, la Federazione italiana tabaccai, la Gamenet S.p.A., la Snai, il Sindacato totoricevitori sportivi, la Fondazione Unigioco, la Federazione nazionale gioco pubblico e gli interventi di docenti, studiosi locali e nazionali ed operatori del mondo del gioco pubblico.
Un’iniziativa che ha celebrato i 10 anni dell’Osservatorio sul Gioco e ricordato il suo fondatore Prof. Giuseppe Imbucci docente universitario e pioniere degli studi sul gioco pubblico in Italia, scomparso nel 2005. A fare da cornice all’evento una mostra , curata dall’artista avellinese Generoso Vella nell’Atrio della Presidenza di Scienze Politiche.
Questi i partecipanti all’esposizione Giuseppe Amoroso, Davide Brioschi, Pellegrino Capobianco, Annachiara Di Salvio, Vincenzo Liguori, Errico Pontis, Renato Pontis, Francesco Roselli, Sabatino Santorelli, Maria Teresa Sarno, Generoso Vella e Lina Vella.
“Un evento – ha dichiarato l’organizzatore della mostra Generoso Vella- che tenta di instaurare un rapporto interattivo fra il gioco e l’arte attraverso il potere evocativo delle immagini e la forza espressiva del colore e della forma capaci di interrogare lo spettatore e ispirarlo a un momenti di riflessione e di dibattito. Originale e autentica la ricerca di ogni artista che propone per queste esposizione una personale trattazione del gioco, in ogni sua forma, dandogli se possibile una valenza positiva e inserendo lo stesso in una dimensione che lo nomina come un’attivita ludica, di aggregazione e di socializzazione oltre a informare sull’esistenza di un gioco sano e responsabile. A rafforzare questo intento aforismi e frasi celebri che posso dimostrare l’attenzione di letterati, filosofi, scienzati e personaggi ilustri sul tema del gioco e un meticoloso lavoro nell’associare ciascuna di queste alle opere quale supportoalla volontà dell’artista di offrire messaggi di deviazione e prevenzione al gioco d’azzardo patologico.
L’arte che diventa voce critica del nostro tempo e del sistema e il gioco viceversa che diventa il soggetto che propone inedite forme e espressioni di creatività. Arte e gioco – conclude Vella – hanno poi in comune l’applicazione di regole e tecniche e la raffigurazione di stimoli e stati d’animo emozionali. Gioco che come le immagini è parte integrante della vita dell’uomo: tutta la vita si gioca e proprio nell’acquisizione delle norme e dei regolamenti il gioco diventa mezzo di educazione e anche una forma d’arte”.
Fondamentale per questo appuntamento artistico il contributo dell’Osservatorio Comunicazione Partecipazione Culture Giovanili del Dipartimento di Scienze Politiche Sociali e della Comunicazione dell’Università degli studi di Salerno organismo che studia e analizza la realtà giovanile in Campania e in particolare la collaborazioni di Emanuele Siano e Davide Avella.
A rappresentare l’OIG invece Francesco Varricchio: “Parlare dell’Osservatorio Internazionale sul Gioco (OIG) significa fare riferimento a Giuseppe Imbucci, docente di Storia sia Contemporanea, sia del Mezzogiorno, sia Economica. Lui era del parere che sono gli uomini a determinare gli eventi della Storia, in particolare i poveri, gli emigranti, i giocatori. Per lui il gioco può essere visto come consolazione, elemento ludico, regressione, o fragile speranza affidata ad un pezzo di carta. Ma non si può trascurare l’etica del gioco, responsabilità primaria di chi lo governa. Da queste premesse nacque l’OIG, un associazione senza fini di lucro, fondato da Imbucci per studiare le dinamiche sociali, economiche, culturali e cliniche legate allo sviluppo del gioco pubblico in Italia e all’estero. Quest’anno abbiamo celebrato degnamente i 10 anni dalla fondazione dell’OIG, per merito della gratuita disponibilità di giovani appassionati d’arte. Abbinare una mostra ad un convegno significa limitare il fenomeno della noia e la critica d’inutilità. Nel senso che l’arte suscita emozioni ed abbinata ad aforismi, per es., sul gioco permette di far imprimere meglio nella mente di chi guarda messaggi sociali, che spingono ad un cambiamento di mentalità oppure, come nel nostro caso, a costruirsi una cultura ludica. Inoltre, durante i convegni spesso gli uditori devono sopportare dei ritardi: ma con la presenza di una mostra in contemporanea si può aspettare l’arrivo dei relatori senza annoiarsi”.