Gestione delle risorse idriche, pasticcio Asam: la Gori Spa cita in giudizio il Comune di Castellammare e chiede 5 milioni di euro di risarcimento perché “illegittimamente privata, per oltre cinque anni, dei diritti e dei proventi derivanti dalla gestione del servizio idrico” sul territorio stabiese. Prima la mancata stipula degli accordi con Gori (presi autonomamente dall’Ente “Sarnese-Vesuviano”) poi inutili ricorsi alla giustizia amministrativa e bastoni tra le ruote alla società di Ercolano.
Nella relazione sul dissesto finanziario dell’Ente, redatta dal dirigente del settore Economico-finanziario Maria Maddalena Leone, tra gli allegati dedicati alle perdite milionarie delle partecipate comunali c’è anche la richiesta di risarcimento danni avanzata dalla Gori Spa all’Asam, la partecipata comunale che fino al 2008 si è occupata della gestione delle risorse idriche e che ora è guidata da un commissario straordinario ed ancora in vita per la riscossione dei crediti.
Nel mirino sono finiti gli ultimi 5 anni di attività dell’Asam. Entro il novembre del 2002, dopo l’affidamento dei servizi idrici alla Gori da parte dell’Ente “Sarnese-Vesuviano” il cosiddetto Ambito Ato3, il Comune di Castellammare doveva definire “il dettaglio delle modalità di trasferimento”. Cosa mai avvenuta e deliberata “direttamente” dall’ Ente Sarnese-Vesuviano viste le mancate comunicazioni di Asam ed Ente di palazzo Farnese.
Così contro la delibera del Cda dell’Ato 3 sono stati presentati ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, istanze del Comune puntualmente bocciate. Anche dopo le sentenze l’Asam non ha concesso la gestione alla Gori che ora batte cassa per i mancati proventi di cinque anni di attività quantificati in 5 milioni di euro. Nel febbraio del prossimo anno i rappresentanti del Comune sono invitati a comparire davanti al Tribunale di Torre Annunziata.
rafcav