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Pompei scende in piazza ma è caos in aula consiliare

protestaDetto e fatto. Pompei scende in piazza e lo fa simpaticamente, sottoforma di teatrino. I figuranti son gli stessi pompeiani che manifestano bonariamente il loro dissenso sulla gestione di Pompei. I personaggi principali sono invece i  protagonisti veri del palazzo comunale di Pompei, l’amministrazione, sindaco compreso.

Si è appena conclusa, dinanzi a palazzo De Fusco, una sorta di caricatura di come, agli occhi dei pompeiani, si svolge la vita politica e la gestione dell’amministrazione locale. La manifestazione, i manifestanti chiedono le dimissioni della maggioranza. Fulcri della manifestazione sono la pessima gestione delle strade per assente o palliativa manutenzione, esternalizzazione della gestione del cimitero che ha portato tariffe più alte a fronte di servizi peggiori, scuole vecchie e precarie, tassa sulla spazzatura esosa e invasione, comunque, di rifiuti, trasporto pubblico carente, assenza di parcheggi gratuiti in centro,  Simbolico l’orario d’inizio della manifestazione.

Simbolico il taglio della torta, a rappresentare la “res publica”, nelle mani dei pompeiani e non di una gestione che fa nulla per risolvere i veri problemi della città.

Non mancano momenti di confusione. Il figurante in maschera, atto a personificare la figura del sindaco D’Alessio, viene fermato, trattenuto e poi rilasciato dalla polizia di Pompei, sembrerebbe accusato di non poter indossare la fascia tricolore tipica del primo cittadino, ma anche per le maschere che i figuranti indossavano poichè non sarebbe possibile in luogo pubblico coprirsi il volto. Ma a questo punto perchè fermare solo il personaggio “D’Alessio”? Il tutto, manco a dirlo, i fischi dei cittadini accorsi.

Nei giorni scorsi, infatti, il “manifesto” della rappresentazione è stato diffuso sui social network e lasciato in varie attività della zona. Molti sono stati incuriositi e sono accorsi in piazza alle ore 11.00, in concomitanza con il consiglio comunale che sarebbe dovuto tenersi ai piani alti del suddetto palazzo.

Consiglio che, appunto, nei fatti non è mai cominciato in quanto, subito dopo l’appello in sala consiliare, il consigliere Giuseppe Del Regno notava un obiettivo di una telecamera spuntare da una tenda. Dopo essersi avvicinato all’obiettivo e aver avuta la certezza che una telecamera stesse riprendendo ciò che avrebbero dovuto discutere, ma soprattutto il pubblico presente in aula, il consigliere se ne impossessava facendo cadere a terra il cavalletto che la sorreggeva e successivamente la consegnava ai Carabinieri tra varie rimostranze di gran parte del consiglio e del pubblico presente contro il presidente del consiglio.

Ricordiamo che le riprese delle sedute del comune, in caso di rischio per l’ordine pubblico, devono essere autorizzate dalle forze del’ordine e dalle autorità giudiziarie. La telecamera inquadrava il pubblico, tutto, della sala. Il presidente del consiglio, a questo punto, prima ammetteva di aver autorizzato lui stesso la presenza della telecamera in aula per un monitoraggio fai-da-te, visti anche i precedenti esiti del consiglio comunale della scorsa settimana. Poi, incalzato, dai tanti video fatti con i telefonini del pubblico che confermavano la sua dichiarazione si è assunto pubblicamente la responsabilità politica e penale di quanto ha autorizzato. In questo momento la telecamera è nelle mani dei Carabinieri che provvederanno alla stesura del verbale, mentre la pubblica assemblea è già ripresa e proverà, data ultima, a dare un bilancio di “previsione” al comune mariano.

Il consiglio comunale di stamane, fra mille peripezie, si è concluso con l’approvazione del bilancio e di tutti gli ordini previsti all’ordine del giorno. Una mattinata senza dubbio calda, caratterizzata prima dalla protesta in piazza e poi dall’espisodio della telecamera nascosta nell’aula consiliare. E proprio in riferimento a questo sconcertante episodio, si è espresso Carmine Lo Sapio, fondatore del laboratorio politico Elaboriamopompei. Il dirigente provinciale del Pd ha dichiarato: “E’ sconcertante che il presidente del consiglio comunale Ciro Serrapica, di sua iniziativa, abbia fatto nascondere una telecamera dietro una tenda dell’aula consiliare. L’intento era quello di filmare non solo i cittadini presenti in aula ma anche i consiglieri di minoranza. La telecamera infatti, era puntata in modo tale che l’opposizione potesse essere monitorata in ogni suo comportamento”. Una descrizione precisa quella di Lo Sapio che continua tuonando: “Serrapica deve solo vergognarsi per quanto ha fatto. Si è assunto la responsabilità della sua azione. E non avrebbe potuto fare diversamente visto che è stato proprio lui, per sua stessa ammissione, ad autorizzare lo stratagemma della videocamera. L’episodio di oggi, a mia memoria, non ha precedenti. Spero davvero che i consiglieri di maggioranza trovino finalmente le giuste motivazioni per decidere di prendere finalmente le distanze dal primo cittadino che non è più degno di rappresentare i pompeiani”. “A questo punto – conclude Lo Sapio – meglio una commissiione prefettizia che continuare ad essere guidati da certa gente”.

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